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1
Lug

Gaspare Bianconi: “l’ora del cimento si avvicina”

Alcune epistole di giovani caduti della Valnerina,  individuate durante la ricerca che il Consorzio BIM sta realizzando in occasione del Centenario della Grande Guerra,   sconvolgono per la consapevolezza e lucidità con cui viene affrontato il proprio destino. Una, in particolare, può considerarsi un testamento spirituale. È l’ultima  lettera inviata  alla madre dal giornalista nursino spapare Bianconi, sottotenente del 65° reggimento fanteria, reca la data del 18 ottobre 1915. Tre giorni dopo, a soli 26 anni,  venne colpito nella battaglia di Santa Maria di Tolmino da una scheggia di granata.

Gaspare Bianconi

Gaspare Bianconi

 

Cara mamma, 

l’ora del cimento si avvicina. Lo preannunzia il cannone, che da qualche ora echeggia cupo e minaccioso, sotto un cielo limpidamente azzurro, in una festa di sole che arride su questi monti, belli perché italiani; sacri, perché irrorati dal sangue della gente nostra.

Io tranquillo, attendo la mia ora. Che essa ci porti la vittoria e la gloria!

A papà dico di farsi animo. Egli è uomo che ha nutrito per la nostra patria affetto profondo: quest’affetto mitighi in lui il dolore della mia perdita.

A mamma raccomando di trovare nella fede un impulso alla rassegnazione.

Prima di morire ho voluto darle un conforto: ho messo a posto la coscienza con Dio! Si! La mattina della partenza,a Padova, nella Basilica di Sant’Antonio, dopo tanti anni, sono tornato a confessarmi e comunicarmi.

Risolsi così una lunga crisi dell’animo mio. Sentii che in quell’ora mi guidavi tu, e mi guidavano anche i poveri nonni, presso la cui tomba spesso ho sentito come una voce che m’incitava a quel passo. Quella mattina ho pianto, ed ha pianto con me il mio confessore, una bella veneranda figura di vecchio, che aveva tutti i lineamenti del mio nonno. Ora sono tranquillo. Ho la coscienza di non aver fatto del male nella mia vita breve…

Bacio tutti con affetto intenso. Genitori, fratelli, sorelle, parenti ed amici, Chi avrà di me ricordo avrà anche la gratitudine mia. Ma questo chiedo a tutti: di non  essere compianto. I parenti e gli amici confortino la mia famiglia, e la persuadano che è cosa ambita morire sul campo dell’onore.

Vi bacio Gaspare

 

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