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Tutte le curiosità e le vicende racchiuse in questi articoli
20
Lug

Grande Guerra: avviata una collaborazione tra l’Associazione IV Novembre e il Consorzio BIM “Nera e Velino”.

L’associazione IV Novembre è sorta attorno al 1987 per merito di un gruppo di appassionati, cultori e ricercatori di memorie storiche.

Fin da subito, però, l’attenzione principale è stata rivolta al “monte di casa”: il Monte Novegno.
Su questa montagna che domina Schio e la Val Leogra non si combatté a lungo, ma nei giorni 12 e 13 giugno 1916 si vissero avvenimenti decisivi per l’esito della grande offensiva imperiale, meglio nota come “Strafexpedition”.
L’offensiva austro-ungarica, iniziata il 15 maggio, si esaurì il 2 luglio quando fu definitivamente bloccata sul Pasubio. Ma se non fosse stato per l’eroismo dei soldati italiani sul Novegno (il Letzer Berg – l’ultimo monte – considerato dagli avversari di allora il punto più debole e più facile da superare) il discorso avrebbe preso tutt’altra piega.
Nella storiografia, però, un posto di preminenza è riservato al Pasubio, riservando al Novegno solo scarsa considerazione, quasi un immeritato oblio.

La nostra Associazione ha eletto il Monte Novegno, ed il forte Rivon in particolare, come propria sede simbolica e ripropone spesso, con la presenza di rievocatori in divisa d’epoca, situazioni e di momenti di vita di trincea che ben rendono l’idea della tragedia della grande Guerra.
Tanto più che oggi i manufatti, le trincee e le gallerie sono state recuperate e rese visitabili in virtù della legge 78.

La sommità del monte è attualmente oggetto di visite, guidate e non, da parte di appassionati e di tutti coloro che visitando questi luoghi contribuiscono a realizzare un consistente flusso di turismo culturale. Visitatori, cioè, che hanno scelto come loro obiettivi prevalenti la ricerca e la conoscenza dei luoghi teatro degli eventi bellici del Primo conflitto mondiale.
Ma le nostre considerazioni non sono solo queste. Consideriamo anche l’ambiente naturale e la sua conservazione, i panorami che si godono dalle sommità, spaziando dalle lagune venete fino ai più lontani Appennini, la ricchezza e la varietà di flora e fauna, promuovendo numerose attività come le ricerche sul campo, l’accompagnamento di gruppi di appassionati, di studiosi, di scuole, la cura e pubblicazione di volumi storico fotografici, l’organizzazione di esposizioni, mostre, convegni, concerti, conferenze. Presso la sede sono conservati documenti e reperti opportunamente catalogati.

Leggi l’articolo pubblicato su Urbani Manlio

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