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Gen

Spoleto: il monumento ai Caduti e il Parco della Rimembranza

Spoleto. Monumento ai caduti. Collezione Attili

Spoleto. Monumento ai caduti. Collezione Attili

Signori Consiglieri, da quando ci separammo prima dell’armistizio bene auspicando nella vittoria finale, nell’eroismo dei nostri prodi e nella resistenza delle nostre popolazioni, durate più di tre anni, si sono susseguiti eventi talmente fausti e risolutivi che sembra ancora un sogno la istantanea e completa realizzazione dei più nobili ideali della patria, da tanti pensatori e martiri vagheggiata ed invano tentata nei secoli: fasti unici più che rari di una storia palpitante dell’intera umanità, destinati a rifulgere nella posterità come mai di altri si ha memoria.

La totale redenzione delle regioni che vanno da Trento a Trieste, di cui i baluardi alpini più eccelsi da nord ad est ne segneranno alfine i confini inespugnabili italiani, e la continuazione loro al di là dell’altra sponda marina che assicurerà all’Italia il dominio dell’Adriatico, in un colla cacciata, per terra, per mare e per aria del millenario e tracotante teutone ridotto ad ignominiosa fuga, si sono fuse nel trionfo internazionale del diritto e della giustizia per i popoli del vecchio e del nuovo mondo; cosicché dall’immane cimento  risorge e giganteggia per noi la sempre maggiore grandezza e potenza d’Italia inneggiante nella Società delle libere nazioni per la emulazione di tutte le energie vive nella pace generale.

Alteri della vittoria nostra lo siamo egualmente di quella degli Stati dell’Intesa al cui fianco lottammo e vincemmo; e compresi di  ammirazione verso i duci e gli audaci di sì splendida ed universale epopea, commossi c’inchiniamo alle reliquie dei gloriosi caduti, ed orgogliosi salutiamo i reduci vincitori: i quali tutti assai ben meritarono della patria perennemente.

Signori Consiglieri, mosso da tali avvenimenti, sento il dovere di sottoporre al vostro voto il seguente ordine del giorno:

“Il Consiglio Comunale di Spoleto, interprete dei sentimenti dell’intera cittadinanza, riunito per la prima volta dopo la firma coll’Austria dell’armistizio, il quale è arma di pace definitiva che ci ricondurrà al lavoro concorde, continuo e fecondo di progresso e di benessere sociale, plaude esultate all’esercito e all’armata d’Italia nel suo Capo Supremo il nostro Re Vittorio Emanuele III per il pieno trionfo delle armi e per il compimento dell’unità nazionale, ed insieme invia il saluto più affettuoso della non mai smentita fratellanza a Trento ed a Trieste; proclama altamente del pari i sensi di gratitudine verso le potenze dell’Intesa che coll’Italia cooperarono alla rivendicazione della forza del diritto, dopo debellato eroicamente il diritto della forza e ridestarono nei popoli oppressi lo spirito d’indipendenza e di civiltà che solo può dissipare qualunque avanzo di barbarie feudale; si dichiara fiero dei combattenti del proprio Comune i quali mantennero alta la fama degli Umbri sui campi dell’onore e quindi li segnala alla memoria riconoscente dei più lontani nipoti per l’opera loro sublime e nazionale a cui valorosamente si consacrarono.”

Con queste parole il cav. Arpago Ricci, in qualità di sindaco, apre il consiglio comunale di Spoleto il 21 dicembre 1918 ma è il consigliere  Salvatore Fratellini, associandosi alle parole del pro-sindaco a proporre “la erezione di un ricordo marmoreo a perenne testimonianza di gloria, agli Spoletini caduti, mutilati e insigiliti del premio del valore, per questa ultima guerra di redenzione, incaricando la Giunta di presentare il progetto dell’opera all’approvazione del Consiglio”.

Il 29 aprile del 1919 il consiglio comunale di spoleto torna a discutere del monumento ai caduti: il sindaco Ettore Santi riferisce di aver nominato una apposita commissione per esaminare la proposta di realizzare un monumento a ricordo dei gloriosi Caduti nella guerra formata dall’avvocato comm. Salvatore Fratellini, dal cav. prof. Arpago Ricci, dal cav. prof. Giulio Cesari, dal prof. Giuseppe Moscatelli e dall’avvocato Pasquale Laureti.

Tale commissione, dopo lunga discussione, aveva deliberato all’unanimità un documento che viene presentato nel consiglio:

Affermata l’idea di perpetuare la memoria degli spoletini caduti in guerra, con un segno tangibile di riconoscenza, e tenuto fermo il concetto che si dovesse porre un termine alla vieta abitudine di innalzare monumenti che non hanno nessun sentimento di arte squisita e che rappresentano puerili espressioni di fronte ai grandi e solenni monumenti che le età passate diedero alle città Umbre, si è stabilito:

  • Proporre che l’On. Comune ponga una maestosa lapide in bronzo, ove siano scolpiti i nomi dei caduti, nel Palazzo Comunale e precisamente sotto la torre campanaria, spostando l’altra lapide assai meschina, che sta a ricordo dei caduti nelle guerre d’indipendenza, verso la parte sinistra della facciata del Palazzo. A questa onoranza dovrebbe seguire la pubblicazione di un albo contenente i dati biografici e tutte le altre notizie riferentisi alla vita e alle azioni dei combattenti spoletini.
  • Completare il Museo storico del Risorgimento organizzandolo in una sola sala degna del suo scopo, perché non è possibile che esso si incunei nella Pinacoteca Comunale e precisamente nella sala dell’arte umbra di tra le dolci e pensose Madonne dello Spagna e dei suoi discepoli.
  • Chiedere al Ministero della Pubblica Istruzione che si ponga mano al restauro della Basilica del Santissimo Salvatore. Quest’opera doverosa per il prestigio dell’arte nazionale, per il culto delle memorie patrie, per lo studio dei più interessanti problemi storici connessi ai primordi del cristianesimo che tanto arrovellarono le menti degli archeologi non dev’essere trascurata e negletta. La Basilica del Salvatore, situata nel centro del nostro Cimitero, tempio originalissmimo per le sue architetture – a cui il grande Sacconi soleva spesso ispirarsi – può essere il Famedio Spoletino, il luogo sacro alle tombe di coloro che bene meritarono della Patria!
  • Fissare un fondo per la sollecita erezione di un monumento morale destinato alla ricordanza dei Caduti in guerra! La commissione unanimemente è di parere che questo Monumento – veramente grandioso – debba essere il nuovo Asilo Modella per i fanciulli. La vita che sorge – prospera fortuna d’Italia – il germoglio per le primavere venture – l’asilo pei fanciulli sia il monumento consacrato alla giovinezza caduta! Nessun migliore elogio potrebbe intessere l’Amministrazione Civica di Spoleto: nessuna alata parola più eloquente che questa fabbrica, può essere detta a perpetuare l’affetto verso i figli di Spoleto, caduti in guerra”.

armando_diaz_targaDurante la seduta consiliare, aperta la discussione, interviene il consigliere Alessandro Onofri per esternare la sua completa approvazione per quanto riguarda la targa in bronzo, l’asilo modello e l’istituzione di un museo del Risorgimento dove possano trovare più propria e degna sede i cimeli e i ricordi delle lotte per la redenzione della Patria. Per quanto riguarda il restauro della monumentale chiesa del Crocifisso, riconosce opportuna la proposta della commissione di sollecitare il ministero della Pubblica Istruzione e per esso la direzione delle antichità e delle belle arti affinché intervenga col suo ausilio tecnico e finanziario.

Il consiglio comunale di Spoleto, all’unanimità, approva le quattro proposte ed emette il seguente voto per quanto riguarda la basilica di San Salvatore:

Il Consiglio Comunale di Spoleto, attese le miserevoli condizioni in cui versa la celebrata basilica paelocristiana di San Salvatore al Cimitero, per le ingiurie del tempo e la mancata prosecuzione dei lavori di esplorazione e di ripristino già iniziati dal compianto ispettore ai monumenti e scavi residente a Spoleto cav. Giuseppe Sordini; considerato che preciso dovere del Comune è di vegliare alla sicurezza di questo insigne monumento, che interessa sommamente la storia e l’arte; inteso il parere della Commissione municipale per la conservazione dei monumenti cittadini; fa voti perchè il Governo con la maggiore sollecitudine provveda alla sistemazione definitiva della basilica stessa facendo completare i lavori di esplorazione e con successive opere di isolamento e di restauro”.

Il consiglio comunale di Spoleto, nella seduta del 28 settembre 1923, all’unanimità approva la proposta formulata dalla giunta in merito all’elargine di un contributo di 50.000 lire (pagabile in cinque rate annuali di 10.000 lire) per la realizzazione del monumento ai caduti.

Il sindaco Domenico Spinelli comunica che gli studi del comitato cittadino per l’erezione del monumento

“ai gloriosi morti concittadini caduti nell’ultima grande guerra per l’indipendenza e grandezza della patria sta per assolvere il suo compito. Il lavoro è stato lungo e difficoltoso, perchè dalla primitiva idea di una semplice targa che sarebbe inadatta alla grandezza della significazione si è giunti – tra disparate proposte – alla determinazione di erigere un monumento scultorio che troverebbe degnissimo posto nel Parco della Rimembranza”.

Il progetto del monumento viene affidato all’architetto Umberto Diano. L’area prescelta per il Parco della Rimembranza viene donato dalla contessa Matilde Pianciani in località Colle dei Cappuccini. Il 4 aprile del 1925 il consiglio comunale di Spoleto presieduto dal sindaco Ferruccio cav. avvocato Ferretti, delibera all’unanimità di autorizzare l’esecuzione dei lavori per la realizzazione dell’impianto di acqua potabile proprio nella zona del Colle dei Cappuccini dove sta per sorgere il Parco della Rimembranza e il Monumento ai Caduti. L’impianto dell’acqua potabile arrivava allora fino al viale Regina Margherita e l’esigenza di ampliare l’acquedotto venne supportata non solo dalla realizzazione del Parco ma anche per le necessità dei villini che sorgevano a mano a mano nella zona stessa. Il 15 febbraio 1927 il podestà Ferretti, allo scopo di avitare errori od omissioni nella indicazione dei nomi che dovevano essere incisi sul monumento “che la pietà dei concittadini ha voluto sorgesse sul colle dei Cappuccini per onorare ed eternare la memoria degli spoletini caduti eroicamente nell’ultima grande guerra per la redenzione della Patria”, pubblica un elenco invitando parenti e conoscenti dei Caduti a far pervenire, entro il 31 dicembre di quell’anno eventuali osservazioni. Il manifesto viene affisso anche nelle delegazioni podestarili di Campello, Castel Ritaldi, Giano, Sant’Anatolia, Scheggino e Vallo poichè nel monumento vennero inseriti anche i nominativi dei caduti di queste località.

Il monumento e il Parco della Rimembranza venne inaugurato con una solenne cerimonia il 23 ottobre 1933 da Sua Altezza Reale Aimone di Savoia, duca di Spoleto.

Fonti: Sezione Archivio di Stato di Spoleto, Comune di Spoleto, Post-Unitario, Delibere del Consiglio Comunale.

(Ricerca a cura di Rita Chiaverini)

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