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Museo della Marmolada sulla Grande Guerra

La Grande Guerra non ha risparmiato nessuno, nemmeno le rocce e i ghiacci che a 3000m sulla Marmolada giacevano immobili e silenziosi.

Il Museo Marmolada Grande Guerra 3000m – il più alto d’Europa, ricorda tramite documenti, cimeli, suoni e filmati le fragili esistenze degli uomini che furono mandati a combattere in un ambiente freddo e avverso, in equilibrio sulle creste e nelle profondità dei crepacci.

Ci troviamo sul versante veneto della Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti e l’unica tra queste ad ospitare un ghiacciaio perenne. Nel 1914 spartiacque tra Impero Austro-Ungarico e Regno d’Italia, è oggi confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige. Con l’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915 la Marmolada divenne zona di fronte. Ritenuto umanamente impossibile vivere a queste quote giorno e notte, estate e inverno, nei primi mesi furono soltanto le esperte pattuglie di alpini sciatori a cimentarsi nella scalata e nel pattugliamento di rocce e ghiacci, azioni di controllo. Fu solo agli inizi del 1916 che gli austriaci iniziarono ad avanzare con l’intenzione di stanziarsi proprio sul massiccio e sul suo ghiacciaio, scalandolo, scavandolo e occupandolo: il valore strategico delle postazioni più in quota era indiscutibile. Fu così che gli italiani iniziarono la loro scalata per fermare l’avanzata nemica, stanziandosi a Punta Serauta, per fronteggiare gli austriaci posizionati a Forcella Vu, a pochi metri di distanza e dislivello.

È proprio tra queste due postazioni che si trova oggi il Museo, al centro della Zona Monumentale Sacra, istituita con legge 5/12/1975 n. 719 e a norma del D.L. 29/10/1922 n.1386, convertito nella legge 16/6/1927 n.983; essa affidata alla tutela del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra (Ministero della Difesa).

La Prima Guerra Mondiale si tradusse qui in una lotta contro il freddo, la neve, la fame, l’isolamento e la fatica dei lavori di trasporto e di scavo. L’uomo moderno tornava a vivere in caverne provvisorie, scavate per lo più a colpi di piccone e badile, tra boati ed esplosioni. Cannoni, mitragliatrici, mortai furono portati a spalla fino alle vette più alte, qualche precaria postazione di teleferica aiutava nell’impresa, previo valanghe o bufere.

Il museo vuole raccontare le storie dei tanti uomini che qui si sono ritrovati ad essere soldati, nelle brutali condizioni che una guerra impone, con le sofferenze che può causare un ambiente tanto avverso all’uomo: una lotta per la sopravvivenza.

Il visitatore si immerge tra oggetti di vita quotidiana e testimonianze di stati d’animo, in un percorso sensoriale e multimediale di continuo passaggio tra i due corridoi paralleli che raccontano quelle lunghe giornate di guerra, il Tunnel della Vita – baracche e seconda linea – e la Trincea della Morte – prima linea a ridosso del nemico. Si parla di vita piuttosto che di morte, di battaglie infinite per la sopravvivenza contro il freddo e la montagna, di attesa e coraggio. Uno spazio particolare è stato riservato al centro del museo alla Città di Ghiaccio, opera di scavo austro-ungarica più unica che rara che vide la costruzione di una vera e propria città nelle profondità del ghiacciaio: 12 km di tunnel, tra baracche, depositi, mense ed infermerie, 30 metri di ghiaccio sopra la testa, 0°C costanti, tanta umidità, poca aria.

Tante le storie e i destini che qui si sono incontrati e scontrati, di uomini prima che di soldati, storie che vogliamo raccontare per mantenerne viva la memoria.

PAROLE GHIACCIANTI
la Città di Ghiaccio si scioglie in versi

dal 16 Luglio al 9 Settembre - una Mostra di Poesia

la_citta_di_ghiaccio - volantino

Dopo la ristrutturazione ex novo e la conseguente inaugurazione avvenuta il 27 giugno 2015, quest’anno il museo vuole ricordare tutti i combattenti della Marmolada senza distinzione di schieramento con una mostra di poesia che avrà inizio il 16 luglio 2016 e rimarrà in esposizione fino a settembre. Commemoriamo il centenario della Grande Guerra, lanciando un messaggio di pace attraverso una mostra di poeti e scrittori che con le loro parole hanno saputo esprimere i sentimenti di chi la guerra l’ha vissuta e chi l’ha subìta.

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