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Sellano – Albo d’oro

Il ricordo dei giovani caduti

Sulla facciata del municipio di Sellano una lapide ricorda i caduti della Grande Guerra:

ALLA GLORIOSA MEMORIA / DEI SELLANESI / CHE IN SUPERBO SLANCIO / DI VALORE ITALICO / NELL’ULTIMA GUERRA DI REDENZIONE / LE GIOVINEZZE FIORENTI / PER LA GRANDEZZA DELLA PATRIA / IMMOLARONO / COMUNE E POPOLO / QUESTO MARMO / FORMATO DI RICONOSCENZA E D’AMORE / PERPETUA/SCUOLA AI FUTURI/CONSACRANO/IL 22 SETTEMBRE 191

Fonti: Ministero della guerra, Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918 – Albo d’oro, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1947, vol. XXV., Umbria.

Elenco dei Caduti | A - Z

De Santis Giulio di Cruciano

Soldato 8° reggimento fanteria, distretto militare di Spoleto.
Nato l’11 febbraio 1887 a Sellano.
Morto il 2 dicembre a Sigmundsherberg in prigionia per malattia.
Sepolto a Sigmundsherberg – Cimitero militare
Il campo di prigionieri di guerra di Sigmundsherberg era uno dei più grandi della Prima guerra mondiale. Nell’aprile 1918 vi erano raccolti all’incirca 120.000 uomini, dei quali, però, tre quarti non si trovavano nel campo stesso, ma in dipendenze esterne. L’au¬tore indica l’origine del campo, la sua amministrazione e la sorte dei prigionieri. Esso era stato costruito per circa 40.000 uomini, talvolta ve ne erano, però, varie migliaia in più, il che creava non pochi problemi. Sigmundsherberg era servito per un anno per rac¬cogliere i prigionieri russi, ma, dal 1916 in poi, vi si trovavano esclusivamente italiani. Fungeva inoltre da centro postale per tutti i campi della monarchia austro-ungarica. Gior¬nalmente vi arrivavano circa 7.000 pacchi, soprattutto dall’Italia per il miglioramento del vitto, e 20.000 lettere. Come in tutto il mondo la posta doveva essere controllata e cen¬surata. Nella sola centrale postale erano impiegati 500 prigionieri. Il problema maggiore era, poi, l’occupazione dei prigionieri in genere. Esistevano delle officine dove si fabbrica¬vano baracche e dove si smontavano gli aerei precipitati per il reimpiego dei vari pezzi di ricambio. Vennero inoltre formate delle squadre di lavoro che partivano da Sigmundsher-berg per giungere in ogni parte della monarchia. Lavoravano nelle fabbriche, nelle mi¬niere, negli uffici militari e civili e soprattutto nell’agricoltura. Nel corso del 1916 circa 50.000 prigionieri lasciarono Sigmundsherberg per lavorare altrove. Nel luglio dello stesso anno più di 20.000 internali erano impiegati nell’agricoltura. In genere per i lavoratori prigionieri di guerra vigevano le stesse leggi circa l’orario di lavoro, il riposo domenicale, la protezione ecc. che per gli operai civili. H datore di lavoro doveva impegnarsi colle autorità militari a trattare con giustizia i prigionieri, a far loro avere vitto sufficiente ed un alloggio decente nonché a permettere loro di assistere alla messa domenicale. RUDOLF KOCH, DOS Krìegsgefangenehlager Sigmundsherberg 1915-1918; Dissertationen der Universitat Wien, 151, pp. VIII-398. Se. 300.
È ricordato nella lapide ai caduti di Sellano.