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Cerreto di Spoleto – Albo d’oro elenco A-Z

Il ricordo dei giovani caduti

L’elenco dei soldati di Cerreto di Spoleto morti durante il Primo conflitto mondiale i cui nominativi sono incisi nella lapide presente nella piazza principale del paese è di 45 uomini individuati in base al domicilio/residenza al momento della morte. Questi dati sono stati confrontati con l’elenco dei caduti individuati dal Ministero della guerra e pubblicati nell’Albo d’oro del 1947 che, invece, nella compilazione segue il criterio del luogo di nascita. Altri nominativi sono desunti dalla foto ricordo dei combattenti e caduti di Cerreto di Spoleto.
Si arriva così a 57 caduti della Prima guerra mondiale nel comune di Cerreto di Spoleto. Per quanto possibile si è cercato di individuare anche i luoghi di sepoltura dei caduti cerretani consultando la banca dati del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Onorcaduti) ma molti di loro non sono censiti oppure il luogo di sepoltura non viene indicato.
Quello che segue non vuole essere un semplice elenco di nomi. Nel centenario della Prima guerra mondiale, con queste pagine che costituiscono una sorta di ‘monumento di carta’ abbiamo cercato di ridare voce a coloro che in guerra dovevano soltanto obbedire. Dei 57 caduti della Grande Guerra di Cerreto di Spoleto quasi tutti furono soldati semplici e appartenevano alla classe dei contadini e degli artigiani.
Attraverso le loro storie, ricostruite sulla base dei registri anagrafici, ricordi delle famiglie e notizie desunte da altre fonti militari, si è cercato di mostrare la guerra come è stata effettivamente e non come, per molto tempo, si è fatta apparire. Attraverso le loro brevi storie possiamo ancora intuire i sentimenti e il dramma delle trincee, degli scontri con il nemico, del morire soffrendo e del dover uccidere; del sopportare la fame, il freddo ed affrontare le malattie senza l’aiuto sanitario della moderna medicina. C’erano poi tragedie nelle tragedie: le esecuzioni sommarie o gli ordini di uccidere prigionieri o disertori. A pace fatta, ci fu anche il dramma dei sopravvissuti, di coloro che ritornarono vivi ma mutilati, di quelli che tornarono e non avevano più di che vivere, di quelli che tornarono e non trovarono più parenti o amici perché morti al fronte o durante la propria assenza. Alcuni erano poco più che ragazzi, di diciotto anni, e loro malgrado, affrontarono una prova di sopravvivenza disperata. Non dobbiamo poi giudicare con animo solo accusatorio chi, cercando di sopravvivere a quella «inutile strage», trovava espedienti per cercare di uscirne vivo.
Analizzando le schede biografiche dei 58 caduti di Cerreto di Spoleto emergono dati statistici inediti sulle cause di morte di questi giovani ragazzi. I morti in combattimento o per ferite riportate furono 26. I morti per malattia 19, di cui 3 in prigionia. I morti a causa del gas furono 3. I morti per incidenti d’auto furono 1. I morti travolti dalle valanghe furono 2. I morti per cause ignote furono 3. I dispersi furono 3 di cui 1 in prigionia.

Fonti: Ministero della guerra, Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918 – Albo d’oro, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1947, vol. XXV., Umbria.
Chiaverini Rita, Mia cara mamma ti bacio forte forte e ti chiedo la Santa Benedizione. Le lettere dal fronte di Alessandro De Nobili (1917-1918), Ed. Fuorilinea, Roma, 2014.

Bonifazzi Pietro

Figlio di Giovanni e Rosa Cristofano. Sposato con Felicetta Bocci.
Soldato 22° reggimento fanteria; distretto militare di Spoleto; matricola n. 13094.
Nato il 20 settembre 1885 a Cerreto di Spoleto.
Altezza 1,62½, colorito roseo, capelli castani ondati, occhi castani, dentatura guasta. Di professione contadino, non sapeva né leggere, né scrivere.
Soldato di 1° leva, viene lasciato in congedo illimitato l’11 maggio 1905, designato per la ferma di 2 anni il 26 novembre 1905.
Viene inquadrato il 4 dicembre 1905 nel 23° reggimento fanteria e mandato in congedo illimitato per anticipazione il 6 settembre 1906. Gli viene concessa la dichiarazione di buona condotta.
Il 30 gennaio 1907 emigra a New York. Viene chiamato alle armi per istruzione dal 12 al 31 agosto 1910 e successivamente dal 9 agosto al 3 settembre 1913. Viene inquadrato nella milizia mobile il 31 dicembre 1914.
Viene richiamato alle armi per mobilitazione generale e assegnato il 31 agosto 1915 al 52° reggimento fanteria. Il 15 ottobre 1915 viene trasferito al 22° reggimento fanteria e giunge nella zona di guerra.
L’8 dicembre 1915 viene ricoverato in un ospedaletto da campo per «congelazione ai piedi» e il 14 gennaio 1916 viene trasportato a Brescia nell’ospedale n. 2 della Croce Rossa Italiana.
Il 28 gennaio 1916, viene trasferito nell’ospedale militare di riserva “sezione Giusti” a Firenze dove muore alle ore 12:55 del 13 aprile 1916 «in seguito al congelamento e all’amputazione dei piedi come da atto di morte inscritto al n. 939 del registro degli atti di morte del comune di Firenze».
Ha svolto le campagne di guerra 1915-1916. Gli è stata concessa la medaglia interalleata.
Luogo di sepoltura: non censito Commissariato Onorcaduti – Roma.
È ricordato nella lapide ai caduti di Cerreto di Spoleto.

Fonti: Ufficio Stato Civile di Cerreto di Spoleto, atti di morte, 1916, parte II, serie C, n. 1; Archivio Storico Comunale di Cerreto di Spoleto, Elenco dei militari morti in guerra 1915-1918; Sezione Archivio di Stato di Spoleto, Distretto militare, Ruoli matricolari, 1885, matricola numero 13094; processo verbale del deposito 22° reggimento fanteria (atto deliberativo n. 578 del 12 ottobre 1916); Ministero della guerra, Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918 – Albo d’oro, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1947, vol. XXV, Umbria.

De Nobili Alessandro

Alessandro De Nobili, nasce a Cerreto di Spoleto, l’8 dicembre 1899 da Prefazio e Scolastica Argentieri. Da questa unione nascono anche altre due figlie: Carola  e Bianca. Nel 1906 l’infanzia dei tre ragazzi è turbata dalla morte del padre, una perdita significativa che segnerà profondamente il rapporto tra Alessandro e la madre.

La famiglia Argentieri non lascerà da sola Scolastica e i suoi tre figli. Su di loro vigileranno in particolar modo il  notaio Giovan Battista Argentieri Scarduzzi, sindaco di Cerreto di Spoleto e l’avvocato Vittorio Argentieri, che pur esercitando la sua professione a Roma, mantiene i contatti con la sua terra di origine svolgendo un ruolo politico  sia come consigliere della Provincia dell’Umbria che come consigliere e assessore del comune di Norcia.

Nel 1917, quando Alessandro viene chiamato alle armi per la mobilitazione generale, non ha ancora compiuto diciotto anni ed è stato appena licenziato dal V ginnasio del ‘Regio liceo Pontano Sansi’ di Spoleto. Nonostante le ramificate conoscenze della famiglia non cerca di sottrarsi ‘al dovere di servire la Patria’ ma la vuole servire diventando telegrafista. Per questo la sua destinazione è Firenze, sede del 3° reggimento genio telegrafisti.

Dopo pochi mesi di addestramento tra San Miniato e Firenze, Alessandro raggiunge la zona di guerra: Verona, Mestrino, Cividale, Spessa, Brazzano. Ed è proprio in questa località del Friuli che verrà travolto dall’offensiva austro-tedesca dell’ottobre del 1917: è la dodicesima battaglia dell’Isonzo meglio nota come disfatta di Caporetto.

Un aneddoto –  trasmesso dalla famiglia attraverso il racconto orale –  consente di capire pienamente la moralità e la personalità del ragazzo:  durante la ritirata e lo sbandamento dell’esercito italiano ha perso tutto, fugge a piedi per moltissimi chilometri, non ha più punti di riferimento nell’esercito e non ha più nessun contatto con la famiglia. È in questa situazione che Alessandro, a causa della fame, ruba una mela e di questa ‘cattiva azione’, dettata dalla necessità, successivamente si vergognerà e chiederà  scusa alla mamma.

Dopo Caporetto la linea di resistenza dell’esercito italiano si attesta sul Piave e, in quei giorni, Alessandro si trova a Padova, presso il comando supremo che, in seguito ai bombardamenti nemici sulla città, si trasferirà ad Abano.  È qui che, grazie all’aiuto di un suo conoscente,  Stefano Onori, originario anche lui della Valnerina, diventerà ‘postino’ del reggimento, un incarico considerato sicuro e privo di pericoli.  Sarà così fino al giugno del 1918 quando la guerra, ormai all’epilogo, vede l’esercito italiano preparare l’offensiva finale di Vittorio Veneto. Durante queste manovre Alessandro verrà trasferito alla 159° compagnia telegrafisti destinata al monte Grappa.

La guerra in trincea per Alessandro sarà un’amara esperienza: di lui non si saprà più nulla. Rimane disperso durante uno scontro con il nemico. È il 16 luglio 1918: la Grande Guerra finirà pochi mesi dopo.

Luogo di sepoltura: non censito Commissariato Onorcaduti – Roma.
È ricordato nella lapide ai caduti di Cerreto di Spoleto, nella foto ricordo dei combattenti e caduti di Cerreto di Spoleto e anche nella lapide posta a Perugia nel palazzo della Provincia.
All’interno della tomba di famiglia, nel cimitero di Borgo Cerreto è presente una lastra sepolcrale con la seguente iscrizione: «NON QUI NE L’ERMA PACE / DEI MONTI NATIVI / PRESSO L’ARCA DEL PADRE / RIPOSANO LE SPOGLIE MORTALI DI ALESSANDRO DE’ NOBILI / DA CERRETO / SOLDATO DEL GENIO / MA FATTE POLVERE EROICA / SALDATA COL SANGUE ALLA ROCCIA / DEL GRAPPA / FREMONO AMOR DI PATRIA / PRESSO LE FORRE URLANTI CROSCIANTI / DOVE LA VENTENNE GIOVINEZZA FU FRANTA / IL XV LUGLIO MCMXVIII / QUI NE SPLENDANO IL NOME E IL RICORDO / ETERNI COME L’OLOCAUSTO D’AMORE / ALL’ITALIA MADRE».
Il testo dell’iscrizione è stato redatto dall’amico Ennio Piermarini.Nella lastra sepolcrale viene indicata come data di morte il 15 luglio mentre nel foglio matricolare la data del decesso è indicata nel giorno successivo. Presso l’ufficio di stato civile del comune di Cerreto di Spoleto non risulta l’atto di morte. Nell’Archivio Storico Comunale di Cerreto di Spoleto, Elenco dei militari morti in guerra 1915-1918 si fa riferimento all’atto di irreperibilità inviato al comune dal Comando.

Fonti: Archivio Storico Comunale di Cerreto di Spoleto, Elenco dei militari morti in guerra 1915-1918; Sezione Archivio di Stato di Spoleto, Distretto militare, Ruoli matricolari, 1899, matricola numero 2558. Chiaverini Rita, Mia cara mamma ti bacio forte forte e ti chiedo la Santa Benedizione. Le lettere dal fronte di Alessandro De Nobili (1917-1918), Ed. Fuorilinea, Roma, 2014; Ministero della guerra, Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918 – Albo d’oro, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1947, vol. XXV, Umbria.