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Tutte le curiosità e le vicende racchiuse in questi articoli
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Nov

Profughi di guerra anche a Norcia

Un silenzio centenario avvolge le pagine di storia locale che riguardano la  vita comune della gente, della popolazione, delle comunità che la guerra sconvolse indelebilmente. A Norcia arrivarono intere famiglie di profughi come attesta questo primo elenco redatto da Rita Chiaverini e  corredato dai riferimenti estrapolati dalle carte dell’archivio comunale di Norcia, temporaneamente depositato presso la sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato a causa degli eventi sismici del 2016.

Dalla documentazione esaminata risulta che i profughi presenti a Norcia provenivano da Cornuda, Fossalta di Piave e Pordenone. Questi i loro nomi:

  • Agostinato Giovanna, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Alessi Antonio, profugo a Norcia insieme alla famiglia. In una lettera segnala al Prefetto di Perugia che il 16 dicembre del 1917 «cadde gravemente malato di polmonite e stette un mese fra morte e vita. Appena guarito in vista che non poteva ristabilirsi in salute nel locale ove era ricoverato, un ex convento, con dormitorio in canne, cucina in comune e vasti corridoi fu consigliato a trovarsi una casa di abitazione ove stando solo con la famiglia e più raccolto e senza disturbo poté compiere la convalescenza e risanarse. Ciò avvenne il 12 febbraio. Il fitto di tale appartamento fu di lire 12 mensili. Rivoltosi a questo spettabile comitato di profughi ora che tutti i profughi sono venuti via dall’ex-convento essendo loro stati trovati privati appartamenti, ha potuto ottenere che il fitto di casa gli venisse pagato dall’erario ma non è stato rimborsato degli otto mesi arretrati. Si rivolge perciò alla S.V. Illustrissima non per ricorrere contro il deliberato di questo patronato ma perché riconosciute giuste le ragioni addotte voglia farlo rimborsare delle lire 96 di fitto come sopra pagate. Ringraziando anticipatamente». Era il 29 ottobre 1918 e la richiesta venne accolta.
  • Ansuini Giovanna, giunta a Norcia l’11 novembre 1917. Il 14 marzo 1919 scrive al Presidente del Comitato dei profughi di Norcia la seguente lettera: «La sottoscritta Ansuini Giovanna, profuga, espone alla S. V. I. quanto segue. Dal novembre 1917 che tornai a Norcia profuga ho abitato insieme alla mia povera mamma in un’unica cameretta e nulla ho percepito da questo spett. Comitato per il fitto mentre agli altri profughi è stato pagato il fitto. Come pure non ho nulla percepito per l’uso dell’illuminazione elettrica da me pagata per oltre un anno. Chiede perciò alla S. V. I. perché mi voglia far rimborsare della spesa incontrata come sopra ed in cambio dell’affitto di casa prego la S. V. I. a fornirmi di due maglie di lana poiché sprovvista e avendone bisogno essendo convalescente della febbre spagnola. Nella speranza di venire accontentata la ringrazia anticipatamente. Devotissima Anzuini Giovanna».
  • Barbieri Angelo, giunto a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Antonietta, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Cesare, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Egisto, giunto a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Eleonora, giunta a Norcia il 16 novembre 1917
  • Barbieri Eliseo, giunto a Norcia il 16 novembre 1917. Il 22 febbraio 1919 «ha bisogno di una cura ricostituente e di buona e speciale nutrizione».
  • Barbieri Erminio, giunto a Norcia il 16 novembre 1917. Nell’ ottobre del 1918 si ammalò di influenza epidemica.
  • Barbieri Ferdinando di Angelo, 37 anni, agricoltore, riformato a Venezia il 14 luglio 1915 e perquesto sottoposto a nuova visita. Si presentò al sindaco di Norcia il 6 dicembre 1917.
  • Barbieri Ferdinando, giunto a Norcia il 6 dicembre 1917. Il Patronato dei profughi di Norcia, a seguito di alcuni controlli effettuati anche presso il laboratorio di batteriologia del Regio Istituto Superiore Agrario di Perugia, accertò che era malato di tubercolosi. Si venne a sapere, inoltre, che, il 22 maggio 1915, su proposta della direzione dell’Ospedale Militare principale di Venezia, era stato riformato per questa ragione. Non essendo possibile provvedere nel Comune a quanto necessario per simili gravi malattie e convivendo il profugo con la sua famiglia in ambienti nei quali si trovano molte altre famiglie con numerosi bambini, il Patronato chiese all’Alto Commisario Profughi di Guerra di intervenire con urgenza  per farlo ricoverare in qualche Sanatorio del Regno. Il Barbieri si ammalò di bronchite influenzale il 19 ottobre 1918 e morì per complicazioni insorte a causa di una bronco polmonite l’11 novembre 1918, pochi giorni dopo la fine della Grande guerra.
  • Barbieri Ferruccio, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Giovanna, profuga di Fossalta di Piave, giunta a Norcia il 16 novembre 1917, e le sue bambine, il 12 dicembre 1918 si ammalarono di influenza ed ebbero bisogno di cure ricostituenti.
  • Barbieri Irma, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Letizia, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Barbieri Luigia, profuga di Fossalta di Piave, giunta a Norcia il 16 novembre 1917, con i suoi cinque bambini contrasse «l’influenza febbrile epidemica» ed essendo convalescente necessitava di cure ricostituenti, riposo e vitto speciale.
  • Barbieri Maria, giunta a Norcia il 16 novembre 1917. Nell’ ottobre del 1918 si ammalò di influenza epidemica.
  • Barbieri Teodolinda, giunta a Norcia il 16 novembre 1917. Come il padre Ferdinando, si ammalò il 15 ottobre 1918 di influenza epidemica, la terribile ‘spagnola’ che fece più vittime della guerra stessa.
  • Barbieri Vittorio, giunto a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Bianchini Adele, giunta a Norcia il 12 novembre 1917.
  • Bianchini Ermenegilda, giunta a Norcia il 12 novembre 1917. Il 13 aprile 1918, la Congregazione di Carità presieduta dal cav. Massenzi Nunzio, con delibera del Consiglio di Amministrazione n. 377, decide si aumentare «il salario alla Servente dell’Orfanotrofio Renzi Ermenegilda Bianchini, profuga assunta in via provvisoria al posto vacante di servente il 20 novembre 1917». La Bianchini così viene descritta: «Giovane di specchiata onestà, di cui il personale direttivo e le orfane fanno grandi elogi, pienamente meritati, per la diligenza e lo zelo da essa posti nell’adempimento dei suoi doveri. Il posto è retribuito in pianta col salario annuo di lire 120: ma sia perché, dato l’attuale costo della vita, esso è assolutamente insufficiente, sia per l’ottimo servizio che la Bianchini presta, sia infine per un doveroso riguardo verso di essa, che è stata costretta dall’invasione nemica ad abbandonare tutto ciò che di più caro essa aveva, il Presidente propone che la retribuzione venga portata a partire dal giorno suddetto a Lire 240 annue e che il fondo all’uopo stanziato all’articolo 3 del cap. 8 di bilancio in corso venga aumentato di Lire 146.66 mediante prelevamento dal fondo di riserva». La proposta venne approvata all’unanimità stabilendo che «che l’aumento si a limitato al tempo in cui la Bianchini conserverà il posto».
  • Bianchini Giuseppe fu Giovanni, di anni 62, agricoltore.
  • Bianchini Lina, giunta a Norcia il 12 novembre 1917.
  • Bianchini Luigia, giunta a Norcia il 12 novembre 1917.
  • Bonazza Angela, nata a Pieris (Gorizia). Il 12 dicembre 1918, è affetta da deperimento organico grave con «lipotomie e febbri mattutine».
  • Borluzi Angelo d’Ernesto, dal dicembre 1917 lavorava per Ulisse Impiccini come commesso.
  • Comasetto Genoveffa, il 2 maggio 1918 chiese di trasferirsi da Norcia a Merana (Aqui) per contrarre matrimonio col caporale Cesare Battiston e legalizzare l’irregolare unione dalla quale stava per nascere un figlio. Il sottoprefetto di Acqui, informa il sottoprefetto di Spoleto che si erano perse le tracce di Battiston Cesare. La Comasetto era ricoverata a Norcia, «insieme alla figlia di primo letto Bianchini Lina». Il 4 marzo 1918 chiese di trasferirsi a Castelfranco Veneto presso la propria famiglia.
  • Di Biasio Maddalena di Luigi, profuga da Falcade, risiedeva a Paganelli. Nel giugno 1918 richiese il passaporto per l’America al fine di raggiungere il marito Giovanni La richiesta non venne accolta per i motivi previsti dalla circolare 29 dicembre 1917 n. 333. Una prima domanda per ottenere il passaporto per l’estero era stata presentata il 19 febbraio 1918. Insieme alle figlie Caterina, Enrichetta ed Eleonora Strim intendeva raggiungere il marito che non aveva obblighi militari. Non aveva all’estero altri parenti.
  • Fasani Luigia, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Florian Angela, ammalata di cervicale e di deperimento organico il 12 dicembre 1918 era «degente in letto» e necessitava di cure speciali.
  • Florian Carlo, il 12 marzo 1919 risulta convalescente dall’influenza.
  • Florian Ermenegilda il 16 dicembre 1918 si ammalò di polmonite e fu costretta a rimanere a letto un mese.
  • Florian Giuseppe, il 14 marzo 1919 scrive al Presidente del Patronato dei Profughi di Norcia la seguente lettera: «Il sottoscritto Florian Giuseppe, essendo stato chiamato a presentarsi al Distretto di Treviso il 25 gennaio come dall’unito documento, un vivo desiderio l’ha spinto a recarsi a Monastir per vedere come attualmente si trovano i suoi beni, e colà à trascorsi parecchi giorni avendo trovato da sistemare qualche cosa di quel poco rimasto e gli è stato impossibile fare ritorno a Norcia prima del corrente 5 marzo. Ora non avendo in questo periodo di tempo percepito sussidio, fa domanda alle SS. LL. Ill.me acciò vogliano accordarglielo dal 1 febbraio fino al 4 marzo. Fiducioso che la sua domanda venga favorevolmente accolta ringrazia e ossequia. Devotissimo Florian Giuseppe».
  • Florian Rosa di Natale, il 2 gennaio 1919 era affetta da ‘reumatismo’ che le impediva di attendere anche alle comuni occupazioni domestiche.
  • Lessi Alba, percepiva un sussidio di 1:50 lire al giorno fino al 31 marzo 1918.
  • Lessi Angelo, giunto a Norcia il 5 gennaio 1918 e partito il 13 gennaio 1918.
  • Lessi Antonio di ignoti, 49 anni, agricoltore giunto a Norcia il 6 dicembre 1917 si presentò immediatamente al sindaco.[5] Tutta la famiglia il 15 dicembre 1918 risulta colpita dalla febbre influenzale.
  • Lessi Carlotta, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Lessi Elena, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Lessi Ermenegilda, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Lessi Erminia, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Lessi Giuseppe, giunto a Norcia il 5 gennaio 1918 e partito il 13 gennaio 1918.
  • Lessi Santa, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Minetto Anna, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Minetto Elisa, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Minetto Maria, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Minetto Teresa, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Moretto Angelo, giunto a Norcia il 16 novembre 1917
  • Moretto Antonio, figlio di Giuseppe e Pensirotta Maria, nato a Fossalto di Piave il 28 gennaio 1904 giunse a Norcia il 18 febbraio 1918.
  • Moretto Ernesto, giunto a Norcia il 16 novembre 1917
  • Moretto Giovanna, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Moretto Giuseppe fu Giovanni e fu Naresi Giacomina, giunto a Norcia il 21 dicembre 1917. Nato a Croce di Mensile (Piave) il 7 aprile 1875 marito di Perisinotto Maria e padre di 4 figli giunti con i profughi il 16 dicembre. Dichiara al sindaco di Norcia che «partito a piedi da Fossalto di Piave ha impiegati 32 giorni per giungere a Perugia insieme ad un figlio portando seco due carretti tirati da asini. Ha gli indumenti della famiglia in due bagagli che ha dovuti lasciare uno a Perugia e l’altro a quattro chilometri da Bologna. Chiede al SottoPrefetto, tramite il sindaco, di essere autorizzato a recarsi a Perugia e a Bologna per ritirare tali indumenti, provvisto del viaggio gratuito in ferrovia e trasporto del bagaglio». Il 16 gennaio 1918 il sindaco di Norcia scrive di nuovo al Sottoprefetto di Spoleto informandolo che Moretto Giuseppe deve recarsi a Bologna per ritirare effetti di biancheria e ha bisogno nel nulla osta. La prima richiesta del 21 dicembre 1917 non risultava pervenuta alla sottoprefettura. Il 3 marzo 1918 risulta a servizio presso Camillo Cammeresi. Era stato ricongiunto alla famiglia nel gennaio 1918. Il 26 agosto 1918 il sindaco di Norcia scrive al Sottoprefetto di Spoleto: «Il profugo qui ricoverato insieme alla famiglia, Moretto Giuseppe, mi ha chiesto di trasferirsi insieme ai figli Giovanni e Antonio a Casale, mandamento di Roncale, provincia di Treviso, presso il cugino omonimo Moretto Giuseppe a causa di lavori agricoli. Qui rimarebbero la di lui moglie ed altri 4 figli. Prego la S. V. indicarmi se e quando potrò disporre pel trasferimento. Con osservanza. Il sindaco F. Allegrini».
  • Moretto Maria, giunta a Norcia il 16 novembre 1917. Dai documenti esaminati risulta che Moretto Maria l’11 dicembre 1918 è convalescente di febbre spagnola ed in stato di gravidanza. I suoi figli si ammalarono tutti e il più piccolo si spense in seguito a «mollezza infettiva».
  • Moretto Napoleone, giunto a Norcia il 16 novembre 1917
  • Nante Ada, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Nante Elisa, il 18 ottobre 1918 chiede un aiuto economico al Patronato Profughi avendo da poco partorito un figlio.
  • Nante Giuseppina, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Nante Maria, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Nante Ugo, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Nantes Fortunato, giunto a Norcia il 26 dicembre 1917 e partito il 13 gennaio 1918.
  • Nel marzo del 1918 era a servizio presso la Caserma dei Reali Carabinieri.
  • Ortolani Pellisser Luigia, giunta a Norcia il 16 novembre 1917. Il 9 dicembre 1918 viene certificato che dall’ultima gravidanza rimase gravemente deperita e le debolezze organiche richiedevano un vitto intenso per evitare gravi conseguenze.
  • Ortolani Agnese, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Ortolani Apostolo, giunto a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Ortolani Elvira, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Ortolani Maria, giunta a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Ortolani Pietro, giunto a Norcia il 16 novembre 1917.
  • Palesello Regina, vedova di Perisirotto Antonio, con i figli Ottavino e Oliva, profuga a Norcia il 21 febbraio 1918 chiede il permesso di trasferirsi a Santa Maria Palermo dalla sorella Palesello Stella, moglie di Domenico, anche lei profuga
  • Palmieri Teodolinda, bambina, il 3 gennaio 1918, è convalescente di gravi febbri influenzali e ha bisogno di buona nutrizione.
  • Pelizer Luigia, profuga il 3 marzo 1918 risulta occupata nella caserma della stazione dei carabinieri reali di Norcia quale domestica.
  • Perisonotto Eugenia, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Perisonotto Maria, giunta a Norcia il 20 novembre 1917. Muore nel dicembre del 1918 a causa della ‘spagnola’.
  • Perisonotto Olivo, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Perisonotto Ottorino, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Perisonotto Regina, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Perisonotto Romana, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.
  • Perissinotto Erminia, vedova Piovesan
  • Persinotto (o Persinotti) Giovanni, giunto a Norcia il 20 novembre 1917. La famiglia di Giovanni Persinotto era composta da un uomo e cinque donne, tutti adulti. Meritava speciale considerazione non solo per la grande sventura toccatale, ma anche perché risultava essere veramente buona e distinta sotto tutti i rapporti e di condotta morale ottima. La richiesta da loro presentata il 20 gennaio 1918 sembrò al sindaco «appena sufficiente per i bisogni di ciascuno dei componenti la famiglia stessa, valga il vero che si domanda un paio di scarpe per ciascuna delle donne, ed un paio per l’uomo, e che si domandano ancora due camicie, due paia di mutande, due paia di calze, due grembiuli, due vestiti, due maglie. Di fronte alla necessità della pulizia, che richiede il modo di poter mutarsi e lavare quella adoperata, si rende indispensabile che ognuno della famiglia sia fornita in duplo. Se si tiene per presente che Norcia è cittadella di Montagna con clima rigidissimo nel lungo inverno, la domanda dei 5 scialli di lana e delle due maglie per persona è più che legittima, altrettanto devo dire per le scarpe, per la biancheria, per i vestiti dell’uomo della famiglia profughi in parola. Ed in omaggio alla verità ed al vero ed assoluto bisogno, devo ancora aggiungere, che i componenti detta famiglia sono stati e tutt’ora alloggiano in modesto appartamento del signor Lanzi Nino che fornisce ai medesimi tutti gli arredi di casa, meno le lenzuola, le federe, gli asciugamani, le tovaglie ed i tovaglioli, quindi abbisognano anche di ciò. L’affitto richiesto è di lire 30 mensili ed è modesto». Il 14 giugno 1918 il sotto prefetto di Spoleto comunica al Sindaco di Norcia che in seguito ad autorizzazione del Prefetto, al profugo Giovanni Persinotto venne accordato un sussidio straordinario di L. 100. Il 10 luglio 1918 il sindaco scrive al sotto prefetto di Spoleto comunicando che ancora il sussidio non era pervenuto per cui chiedeva di interessarsi affinché venisse eseguito il pagamento.
  • Preguma Maria, giunta a Norcia il 12 novembre 1917.
  • Rosa Valerio, il 20 ottobre 1918, si ammalò di poliartrite acuta, fu curata fino al 27 novembre ma non avendo le possibilità di trarre profitto dalle cure venne ricoverata in ospedale dove ancora, il 13 dicembre 1918, risultava degente. Aveva bisogno di cure speciali e di vitto speciale.
  • Srim Caterina. L’11 aprile 1918 fa istanza affinché possa essere ricongiunta la famiglia a Norcia con il trasferimento del marito e della suocera ancora residenti a Vaglio. Il 10 giugno 1918 il sindaco scrive al sottoprefetto di Spoleto facendo presente che la profuga Srim Caterina, residente a Norcia, vorrebbe impiegarsi quale domestica presso la famiglia Franceschini di Cascia. Si richiede nulla-osta e indicazione se si dovrà «continuare il pagamento del sussidio, non potendolo percepire a Cascia ove non esistono profughi e quindi le relative contabilità». Il 10 marzo 1919 fa domanda di sussidio straordinario per allattare una figlia di sei mesi.
  • Zaghis Angela, giunta il 20 novembre 1917
  • Zaghis Maddalena, giunta a Norcia il 20 novembre 1917.

Maggiori informazioni su Rita Chiaverini, La Grande Guerra a Norcia e in Valnerina in Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, Volume CXIV, tomo II, pp.577-648.

 

 

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