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Dic

Cerreto di Spoleto: alla presentazione del libro su Alessandro De Nobili l’on. Bocci invita a riscoprire il valore degli archivi storici.

“Ripartire dagli archivi storici locali per investire su una cultura della memoria che, in occasione del Centenario della Grande Guerra, inviti a riflettere sul valore della pace”.

Ascolta il podcast della presentazione:

È questo il messaggio lanciato domenica scorsa dall’on. Gianpiero Bocci a Cerreto di Spoleto, in occasione della presentazione del libro “Mia cara mamma ti bacio forte forte e ti chiedo la santa Benedizione – Le lettere dal fronte di Alessandro De Nobili (1917-1918)”, curato da Rita Chiaverini nell’ambito del progetto del Consorzio BIM –Cascia dedicato alla Grande Guerra.

Per il sottosegretario Bocci in tutta Italia c’è un ricordo profondo del dramma di una guerra che divorò una intera generazione di giovani uomini e se a livello locale si registra un pullulare di iniziative paragonabili alla partecipazione suscitata nel 2010-2011 dal 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a livello nazionale, purtroppo, le cose stanno muovendosi molto più lentamente soprattutto per quanto riguarda il restauro dei sacrari che custodiscono le spoglie dei soldati caduti nella Grande Guerra.

Apprezzabile, quindi, l’impegno del Consorzio BIM che grazie al Presidente Egildo Spada da anni sta svolgendo una capillare azione di investimento culturale sul territorio della Valnerina, particolarmente importante in questo momento storico poiché la cultura – come ha evidenziato anche il Presidente della Repubblica Mattarella dopo i fatti di Parigi del novembre scorso – non solo educa e rende liberi ma soprattutto costituisce l’unico antidoto contro il fanatismo e la violenza. Ecco perché è importante investire sulla cultura a tutti i livelli istituzionali creando nuove opportunità di sviluppo economico: dopo i musei e le biblioteche – per l’on. Bocci – è fondamentale investire sugli archivi storici che pur non offrendo, per loro natura, ritorni economici dai servizi offerti, costituiscono un patrimonio culturale fondamentale in un paese democratico poiché sono indispensabili alla conoscenza critica del passato non solo in termini di ‘memoria’ ma anche di ‘identità nazionale’.

Nel corso dell’iniziativa, che ha riscontrato un notevole successo di pubblico, si sono alternati gli interventi del sindaco di Cerreto di Spoleto Luciano Campana; di Pietro Bellini Presidente del CEDRAV, di Egildo Spada, Presidente del Consorzio BIM; di Donatella Porzi, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria e di Paola Monacchia, Presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria tutti concordi nell’affermare l’importanza di non dimenticare chi erano i nostri nonni e bisnonni, di quale forza morale furono capaci e quale patrimonio hanno trasmesso alle generazioni future.

La presentazione del libro su Alessandro De Nobili, il giovane telegrafista di Cerreto morto a soli diciotto anni nella guerra ‘italo-austriaca’, è stata colta anche per illustrare con un video della ‘Plan B’ il progetto del Consorzio BIM che nel sito www.pernondimenticarelagrandeguerra.it ha creato uno ‘spazio pubblico’ per divulgare la storia del Primo conflitto mondiale conservando la memoria collettiva e familiare con particolare riferimento ai territori della Valnerina e di Spoleto. L’articolato progetto del BIM, rientra nelle iniziative di interesse nazionale e per la sua valenza – attraverso il comitato interministeriale presieduto dal sen. Franco Marini – ha ottenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il logo ufficiale del Centenario 1914-1918.

Il libro curato da Rita Chiaverini è uno dei finalisti del premio Fiuggi, sezione diari: lo ha annunciato nel corso della presentazione Nicola Tella, discendente di Alessandro De Nobili, che con grande generosità ha messo a disposizione della curatrice le duecento lettere che Alessandro tra il 1917 e il 1918 inviò dalla zona di guerra alla famiglia descrivendo le sue vicissitudini militari e chiedendo affetti e notizie di quel piccolo mondo antico e sicuro che aveva lasciato e che era la famiglia e il paese di origine. ‘Sono contentissimo’, sono ‘tranquillissimo’ ripeteva spesso nelle lettere Alessandro per rassicurare la madre a cui chiedeva però come in un mantra la Santa Benedizione, una benedizione sicuramente data nelle preghiere di tutte le sere ma che non lo riportò a casa.

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