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Tutte le curiosità e le vicende racchiuse in questi articoli
6
Lug

Giuseppe Giannetti: “un fanciullo con l’anima d’un Eroe”

Giannetti.Giuseppe.caduto.SpoletoGiuseppe Giannetti, sottotenente di complemento del 60° reggimento fanteria, nasce a Spoleto il 14 novembre 1893. Muore il 21 aprile 1916 a soli 23 anni durante la battaglia per la presa del ‘Montucolo austriaco’ al fine di liberare il monte Col di Lana dalle forze austriache puntando sul monte Sief. Erano passati pochi giorni dall’esplosione della mina italiana sotto le postazioni del contingente austro-ungarico e durante questo attacco le perdite italiane furono: 5 ufficiali morti (cap. Branca e De Vito; s.ten. Giannetti e asp. Dragonetti e Piano) e 4 feriti (cap. Paribene, sotto ten.Pirotti e Brunini, asp. Gallisti), 49 soldati morti, 263 feriti e 13 dispersi.

La salma del sottotenente Giannetti viene raccolta e tumulata dal cappellano militare don Settimio Panbianco a Pian di Salesei.
Il sottotenente Giannetti viene decorato con la medaglia d’argento al valore militare con la seguente motivazione: “Ferito continuava a combattere finché veniva nuovamente e mortalmente colpito presso le trincee nemiche…”.
Il padre Enrico, al fine di conservare la memoria del figlio, nel luglio del 1916 offre al municipio di Spoleto un ritratto del figlio e una raccolta delle numerose attestazioni di cordoglio pervenute alla famiglia. Nel frontespizio dell’opuscolo si legge: “A MEMORIA / DEL RAGIONIERE / GIUSEPPE GIANNETTI / SOTTOTENENTE DI FANTERIA / CADUTO IN GUERRA SUL COL DI LANA / IL 21 APRILE 1916”

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Fonti: Sezione di Archivio di Stato di Spoleto, Comune di Spoleto, Carteggio amministrativo, b. 1672.
Sito web fonte: www.frontedolomitico.it // www.wikipedia.it

Trascrizione e testi a cura di Andrea Ansuini

1916

dal « Giornale d’Italia » – 8 maggio 1916.
In questi giorni la nostra città è stata funestata dalla notizia di un lutto
veramente penoso.
Santa e gloriosa è la causa che lo ha determinato, ammirevole veramente è il modo con cui si è compiuto e tra le gramaglie traluce un fulgore di gloria; ma l’ammirazione per l’avvenimento e l’esempio non menoma – se pur anche più non accentua – il dolore della perdita.
Improvvisamente è giunta qui in Spoleto pel tramite ufficiale la notizia che sul Col di Lana è morto combattendo eroicamente – così dice il telegramma del Comando – Giuseppe Giannetti, il giovane sottotenente Giannetti che chiamato al servizio militare all’inizio della guerra col primo del corrente anno aveva ottenuto il grado di Sottotenente.
Piacente giovane dal portamento consuetamente distinto ed affidabile, sempre pronto a dar tutta l’opera sua per ogni buona iniziativa paesana, come a frequentare e ravvivare con una signorile e piacevole distinzione di modi i trovi cittadini «Peppino» Giannetti aveva tutti amici, solo amici tra noi; e senza contrasti verso di essi fluiva una corrente di simpatia.
Da pochi mesi aveva compiuti gli studi di ragioneria. E quando nominato ufficiale ritornò in breve licenza a Spoleto lo salutammo alla sua partenza festosamente con i migliori auguri: Fatti onore e sta bene.
Essi si sono avverati solo per una parte: si è fatto onore!
Dall’ «Unione liberale» di Terni – 14 maggio 1916
A Spoleto, ove era maggiormente conosciuto per avergli dato i natali, ha
prodotto viva impressione l’eroica fine del giovane sottotenente Giuseppe Giannetti strenuamente combattendo fra le file del…. che ogni giorno si copre di maggior gloria.
Vorremmo anche noi dire una parola di conforto al genitore amico nostro carissimo Enrico Giannetti ed alla gentil donna sua genitrice, ma a soffocare il loro naturale dolore valga meglio il sacro orgoglio di sapere che il loro caro
venne avvolto nel tricolore vessillo della Patria riconoscente, che ha già scritto il Suo nome nel libro d’oro dei caduti per la sua redazione.

Dal «Risveglio di Spoleto» – 30 aprile 1916.
Nel momento di andare in macchina apprendiamo la dolorosa notizia della morte del concittadino sottotenente Giuseppe Giannetti, avvenuta sul campo dell’onore negli ultimi combattimenti dei giorni scorsi.
Figlio unico del sig. Enrico Giannetti, aveva conseguito recentemente il diploma di Ragioniere.
È un nuovo contributo di sangue generoso che la città nostra dà alla Pa-
tria per il compimento della unità nazionale.
All’eroe giovinetto vada il nostro memore saluto ed alla famiglia così duramente colpita giungano le nostre condoglianze vivissime.

Dal «Messaggero» – 14 maggio 1916.
È giunta notizia in questi giorni a Spoleto della morte, avvenuta sul campo dell’onore del giovane concittadino Giuseppe Giannetti di Enrico, sottotenente di fanteria.
Noto per i suoi modi cortesi e gioviali, per la sua passione allo Sport, lascia in tutti un vero rimpianto, e questo lenirà in parte l’atroce dolore del padre, della madre e delle sorelle.
Era un bravo ragazzo nel vero senso della parola.
Poco dopo il suo licenziamento dall’Istituto tecnico con il diploma di Ra-
gioniere offrì l’opera sua come volontario ciclista, e chiamato poscia alle armi ottenne in pochi mesi le spalline da ufficiale.

PANBIANCO D. SETTIMIO
Ill.mo Signor Sindaco di
Spoleto.
Offro al municipio di
Spoleto il ritratto di
mio Figlio Giuseppe
caduto in guerra per
la grandezza della nostra
Italia.
Nel dolore che mi logora
mi sarà di conforto e
sarà pur pago il mio orgo-
glio pensando che il
ricordo del mio adorato
Peppino si perpetuerà
così anche nelle future
generazioni.
Devotamente la ossequio
Enrico Giannetti

Spoleto 23 luglio 1916
Figlio mio,
La tua giovane e preziosa vita alla Patria – al padre tuo, alla tua mamma, alle tue sorelle lo strazio crudele!
Ma nello strazio – l’orgoglio altissimo della tua fine gloriosa.
E per la tua gloria e per la tua bontà, tu non cadrai nell’obblìo.
Chi pur non ti conobbe leggendo in questi fogli proverà forse un senso di ammirazione e di pietà; e fissando il tuo ritratto andrà mestamente col pensiero a deporre un fiore sulla tua povera tomba!
Di là, mio adorato Peppino, dall’eterno Regno della letizia ove ascendesti per Supremo destino, volgi a noi il tuo sguardo dolce e sereno, raccogli le nostre lacrime, e col sorriso degli Angeli dacci conforto!
21 Ottobre 1916 IL TUO PAPÀ
Il Sindaco di Spoleto.
Signor Enrico Giannetti – Spoleto
Il nobile pensiero che ha mosso la S.V. A donare al patrio comune il ritratto di suo Figlio Giuseppe eroicamente caduto al Col di Lana il 21 aprile 1916 è stato altamente apprezzato da questa Civica Rappresentanza che a mio mezzo vivamente la ringrazia.
L’immagine di questo simpatico giovanetto buono, modesto, valoroso sarà posta a fianco di quelle dei maggiori che già dettero ingegno, braccia e vita per il decoro della città, la grandezza e l’indipendenza della Patria, e con esse dirà alle future generazioni come si sia sempre mantenuta e dovrà perpetuarsi nella nostra gente la sacra fiamma dei nostri più puri ideali.
Cordialmente
Il Pro Sindaco
A. RICCI

Sul Col di Lana, il 21 aprile 1916
«………il Sottotenente Giuseppe Giannetti
alla testa dei suoi soldati – benché ferito –
continuò a combattere, finché colpito
nuovamente cadde da Prode.»
Così scrisse il suo Colonnello
….. la Salma del S. Tenente Giuseppe Giannetti – morto da vero eroe – nella notte dal 20 sul 21 è stata raccolta dal sottoscritto e tumulata a Pian di Salesei.
Il Cappellano Militare

EGR. SIG. ENRICO GIANNETTI – SPOLETO

Con animo commosso compio il doloroso ufficio di comunicarle che il Suo adorato Figliolo cadde sul campo dell’onore il 21 aprile u. s. lasciando larga eredità di affetto nei colleghi e nei Superiori che ammiravano in Lui l’ufficiale buono, intelligente e coraggioso.
Comprendo perfettamente che la mia parola non è atta a lenire il Suo dolore, come non è atta a tessere le lodi del Suo compianto figliolo che ha saputo col suo giovane sangue scrivere una pagina gloriosa nella storia del Reggimento.
L’angoscia che pervaderà l’anima di Lei trovi sollievo nel pensiero che il sottotenente Giannetti alla testa dei suoi soldati, benché ferito continuò a combattere, finché colpito nuovamente cadde da Prode.
La cara salma per opera del Cappellano del Reggimento è stata raccolta e pietosamente tumulata presso quella di altri valorosi in luogo reperibile che le sarà comunicato al termine della guerra.
Come padre pianga, ma come italiano vada orgoglioso per aver dato alla grande causa la parte migliore del Suo cuore.
Le stringo fortemente la mano e mi creda Suo devotissimo
COLONNELLO G. B. DE ANGELIS

Lo stesso Signor Colonnello in altra lettera:
………..quel bravo figliuolo non ostante una prima ferita ad un polpaccio lo mettesse in condizioni difficili a proseguire, proseguì invece dando nobilissimo esempio di abnegazione, finché poco dopo colpito alla testa cadde per non più rialzarsi ! Gloria ed onore a Lui !
9 Maggio 1916

GENTILISSIMO SIG. GIANNETTI

Ho appreso con vero strazio la notizia della perdita di Suo figlio Peppino caro a tutti quanti lo conoscevano!
Comprendo e condivido tutto il dolore dei suoi genitori e delle sue sorelle per quanto essi debbano essere orgogliosi della Sua fine gloriosa incontrata per una più grande Italia!
Sia a Lei ed alla Sua Signora di conforto il compianto generale per quel buono e bravo figliuolo il quale animato com’era dai più elevati sentimenti di soldato e di cittadino, ha voluto compiere il suo dovere con intrepidezza e con valore!
Loro hanno diritto di segnare fra le glorie familiari la perdita del loro diletto figlio immolatosi così giovane e così baldo sull’altare della Patria !
Coi migliori ossequi e saluti
aff.mo amico
GENERALE CARLO BLOISE

9 Maggio 1916
EGR. SIG. GIANNETTI
La tragica gloriosa scomparsa del caro Peppino mi ha profondamente e crudelmente addolorato e piango il dolce amico perduto.
Il rimpianto e il vuoto che ha lasciato al battaglione è grande come grande era la sua bontà, la sua gentilezza e il suo coraggio.
È caduto valorosamente alla presa Montuloco Austriaco sul Col di Lana.
Sia gloria e pace a Lui.
In questo momento doloroso sia di conforto alla Sua Signora ed a Lei il pensiero della grandezza del Suo sacrificio.
Con stima mi creda suo
SOTTOTENENTE CACCIA
Aiutante magg. In 2° del battaglione
22 Giugno 1916

EGR. SIG. GIANNETTI
Come vorrei soddisfare degnamente al Suo desiderio di sentire
da me cose riguardanti il suo povero de ottimo Peppino !
Ma che cosa dirle che non sia già chiaramente sentita dal suo animo di Padre?
Nei pochi (ahimè, troppo pochi!) mesi che lo conobbi e che lo ebbi compagno in quella incredibile fantastica vita di guerra di montagna non potei che ammirare la saldezza eroica del suo animo congiunta alla più schietta e cordiale giovialità. Compieva semplicemente i suoi doveri terribili e tornava poi all’amabile scherzo coi suoi colleghi inconscio della grandezza dei sacrifici offerti alla Patria, come del resto fanno tutti i giovani eroi che vivono lassù tra Dio e la morte.
Rammento che pochi giorni dopo il suo arrivo al reggimento, la notte del 6 gennaio avemmo un notevole attacco austriaco alle nostre posizioni di Cima Lana che ci costò qualche perdita; ebbene
il suo Peppino che per la prima volta si trovava in mezzo al fuoco ed al pericolo rimase saldo e calmo tra i suoi soldati come un guerriero di antica data.
La ferma bontà del suo contegno lo fece amare moltissimo anche dai soldati che ne piansero sinceramente la perdita: ebbi modo di constatarlo personalmente con i feriti che mi seguirono all’ospedale di Belluno; dimenticavano i loro dolori per parlare con affetto e rimpianto del loro ufficiale caduto.
Credo, caro Signore, che tanto larga eredità di affetto in poco tempo raccolta sia una continuità di vita del suo Peppino tra noi che lo amammo e ammirammo e che ora ne veneriamo la memoria gloriosa.
Il dolore disperato ed inconsolabile è un mancare a questo sentimento di fiducia e forse dispiacerebbe al caro assente che ci osserva da un mondo più sereno.
Egli vive tra noi in spirito, e questa fede valga a consolare chi principalmente fu colpito dalla Sua dipartita.
La prego, caro Signore di ricordarmi come uno dei più sinceri amici del povero Peppino e di gradire l’espressione dei miei sentimenti di simpatia e di stima.
devotissimo
CAPITANO GIULIO CESARE PARIBENI

CARISSIMO SIG. ENRICO
Non le ho scritto sin’ora perché non ne ho proprio avuto il coraggio.
Il conforto in simili casi non è possibile. Non le descrivo quale intenso dolore abbia provato quando, dopo poche ore, appresi la tremenda notizia.
Non è vero, Sig. Enrico mio, che vivendo questa vita si diventa insensibili al dolore: non è vero. Vi sono degli affetti che superano quel naturale senso di egoismo che viene generato dai pericoli continui che ci insidiano ogni momento – ed io al povero Peppino gli volevo tanto – tanto bene!
Me lo ricordo ancora quando giocavamo al bigliardo, quando chiacchieravamo insieme a piazza d’Armi dove veniva col Maggiore Vinale: al 129° dove pure siamo stati insieme parecchi mesi. Era uno di quei rarissimi caratteri che si lasciano voler bene di primo incontro. Ma chiniamo il capo al duro destino!
È caduto da eroe, de il suo Maggiore mi diceva che. . . . .. (sic!)
Le accludo una fotografia del luogo ove riposa; luogo, dove, quando posso, mi reco a fargli una visitina!
affezionatissimo
CAPITANO CHIARAMONTI
10 Maggio 1916
CARISSIMO AMICO
Dal giornale ho appreso l’avvenuta morte dell’ottimo Peppino.
L’impressione da me provata è enorme e sono rimasto accasciato!
Penso a quel buon Figliolo la cui giovanissima e promettente esistenza è stata così spietatamente troncata da un fato crudele, e penso alle tue sofferenze.
Io che so quale attaccamento hai sempre avuto per Peppino immagino e mi compenetro del tuo strazio.
Per simili dolori non vi sono parole di conforto ed il labbro resta muto; ma se il sapere largamente e profondamente condiviso il proprio dolore ed il proprio lutto può arrecare sollievo – questo sollievo a te non manca.
Peppino per il suo carattere dolce e mite, per la signorilità dei suoi modi, per la bontà del suo animo era riuscito a circondarsi dell’affetto e della stima di tutti, ciò anche perché si vedevano riprodotte in Lui quelle qualità di gentiluomo che . . . . . . . . (sic!)
Caro Enrico, credimi sul mio onore che ti scrivo in preda alla più viva commozione e che condivido sentitamente il tuo dolore e quello della tua Famiglia. Fatti coraggio de attingi nell’affetto dei tuoi ed in quello degli innumerevoli amici la forza per sopportare con rassegnazione tanto dolore.
Gloria alla memoria dell’eroico caduto!
Un abbraccio dal tuo aff.mo amico
Maggiore ELEFANTE FERDINANDO

24 Maggio 1916

AMATISSIMIO ENRICO,
Con tanto ritardo t’indirizzo queste povere righe ; ma meglio di te nessuno può intuire per qual motivo me en mancasse il coraggio.
L’amara perdita dell’amato Peppino è condivisa da me alla stregua del tuo affetto. Mi manca la possibilità di esprimerti quelle frasi di conforto che per me stesso non varrebbero a lenire l’acerbo cordoglio. Il solo pensiero ad una vita futura nella quale ci sarà forse dato di rigodere per sempre la vicinanza dei nostri cari, è l’unico barlume di sollievo nella presente oscurità.
Nel rivolgere commosso il mio animo all’Eroica Memoria fraternamente ti bacio.
tuo
T. COLONNELLO F. VINALE
29 Aprile 1916

SIG. ENRICO GIANNETTI – SPOLETO
Per quanto onorevole sia stata la fine del Suo Giuseppe, non mi è possibile in questo momento cercare parole che valgano a confortarla della dolorosissima perdita del Figlio adorato.
Il Suo nome vive e vivrà perenne nei ricordi gloriosi di questo Istituto e nella memoria dei Professori e degli Alunni, i quali si uniscono a me nell’esprimere a Lei de alla Famiglia il loro affettuoso compianto.
Il Preside del R. Istituto Tecnico
I.AMALDI
Spoleto 29 Aprile 1916

OTTIMO AMICO,
Il destino ha voluto così!
Coprir di gloria e rendere venerato per sempre il nome dei Giannetti di Spoleto.
Alla memoria del migliore del migliore dei giovani, alla memoria di Lui che lascia così nobile eredità, vada il mio saluto e il mio pianto!
Alla sventurata madre ed a Lei provato nel Suo più grande affetto, sia di lenimento il pensiero ch’Egli sorride Loro dal Cielo perché lieto d’essere morto per la Patria.
AVV. CARLO PAOLONI
Prof. nel R. Istituto Tecnico
Spoleto 25 Maggio 1916

SIG. ENRICO GIANNETTI
Nel tributo di unanime compianto e rimpianto che destò e desta la improvvisa immatura fine del Suo e del nostro carissimo Peppino, giunga a Lei la voce commossa dei partecipanti del Comitato, e del Sotto Comitato studentesco della Società Dante Alighieri – Sezione di Spoleto. Non è formalità la nostra, ma espressione spontanea e naturale dei sentimenti di quanti noi avemmo nel carissimo Peppino un amico buono, gentile, affezionato, di quanti noi conoscemmo in Suo Figlio un fedele milite di questa Società, divenuto milite di un altro esercito, soldato di un’altra bandiera, elevato dai banchi della scuola al campo immortale della gloria.
Per questo il Suo Peppino vive in noi e tra noi, ancora, e vivrà sempre nel pensiero e nel cuore di tutti i soci che lo ebbero e lo hanno tuttora carissimo.
Voglia credermi con particolare considerazione.
Il Presidente
MARIANO CITTADINI
Il Cav. Cesare Pasi:
CARO SIG. ENRICO,
. . . . . . . . . . . . . . quanto mi compenetro del Suo dolore immenso, io che
ben sapevo quanto ella amava quel caro ragazzo tanto buono, tanto savio, e tanto affezionato alla sua famiglia!
La sua morte è stata gloriosa, da eroe, in tutto degna di Lui che nella sua
modestia sentiva altamente i suoi doveri di italiano e di cittadino…….
il Senatore Tito Sinibaldi
Caro Enrico fratello mio amatissimo. Piango con te e penso che purtroppo nemmeno il pensiero della fine gloriosa possa lenire lo strazio del tuo cuore di padre.
Il Cav. Slberto Salucci :
S. Procur. Generale del Re
CARO GIANNETTI,
. . . . . . . . . . . . . . . Intendo tutta la Sua angoscia . . . . . . Mi manca l’a-
nimo di vederla perché forse maggiore sarebbe lo strazio comune . . . . . .
Pensi a vivere nella memoria sacra e gloriosa del caro Peppino.

Il Cav. Mucelli
Rag. Ministro Interno
OTTIMO AMICO,
. . . . . . . . . Comprendo lo schianto dell’animo tuo e della povera Madre; ma vi sia di sollievo il pensiero che avete sacrificato alla Patria un Figlio che tutta Spoleto piange per la Sua grande bontà……
Il S. tenente Achille Rampolla:
GENTILISSIMO SIG. GIANNETTI
. . . . . . . . . nel povero Peppino avevo il ricordo più simpatico e più caro
della vita studentesca . . . . . . Penso che per la morte del povero Peppino, Spoleto debba davvero essere tutta in lutto.
Chi non lo conosceva? Chi non lo amava?
Il S. tenente Valerio Bachilli:
Sig. Enrico amatissimo. . . . . . . eterno sarà il ricordo, l’affetto e la venera-
zione per il povero Peppino in tutti coloro che lo conobbero e lo amarono. . . .

Il Capitano Ferruccio Ferretti:
MIO CARO ENRICO,
. . . . . . Se ti può essere di conforto la parola sincera di un mio amico che conobbe ed apprezzò le rare doti di bontà d’animo del valoroso Peppino, sappi che io prendo vivissima parte al tuo dolore . . . . .

Il Sig. Ferruccio Moscatelli:
CARISSIMO SIG. ENRICO
. . . . . . non può credere il dolore che provai nel sentire che il povero Peppino mi aveva lasciato – io lo consideravo come un fratello – era troppo buono e troppo caro! . . . . .

Il Sig. Francesco Ceccarelli:
CARISSIMO SIG. ENRICO,
. . . . . . piango sinceramente con Lei e con i Suoi, la sventurata quanto gloriosa fine del povero Peppino.

Il Marchese Mariano Cittadini:
CARISSIMO ENRICO,
apprendo esterrefatto la eroica fine del caro amico nostro Peppino . . . . .
Lo schianto che la ferale notizia ha prodotto nella tua Città ed in tutti noi amici vostri ti sia, se è possibile, di qualche conforto . . . . .

L’Avv. Pasquale Prudenzi:
MIO CARISSIMO ENRICO,
Nella tremenda sventura che ti ha colpito ti invio la espressione del mio dolore vivo e sincero per la perdita amara del nostro caro Peppino

Il Sottotenente Emilio Garavaglia:

. . . . . . Povero Peppino! Sempre buono, sempre allegro, sempre affidabile, lascia in me il più inconsolabile degli amici che avendolo conosciuto fin da ragazzo ebbi agio di apprezzarne tutte le ottime qualità . . . .

Il Sig. Luigi Lucini:
G.MO SIG. ENRICO,
Mi associo al cordoglio per la perdita dell’amatissimo Peppino . . . . . . abbia sollievo nel rimpianto di tutti quanti lo conoscevano e ne apprezzavano le doti d’infinita bontà . . . . . .

Il Conte Saverio Cardelli:

CARISSIMO SIG. GIANNETTI
. . . . . . noi tutti, non esclusi i bambini, eravamo affezionati al quel bravo e buon Peppino!

Il Sottotenente Bidolli:

Piango con loro il caro Peppino

Il Conte Salvatore Bacci e Signora – e Contessa Pianciani:
Dividendo vostro immenso dolore rimpiangiamo immatura perdita eroico tuo figlio

Barone e Baronessa Sansi:
Compartecipiamo profondamente vostro dolore grande quanto è gloriosa la cara memoria del valoroso caduto.

Marchese e Marchesa Callicola:
Senza parole con animo straziato alle loro lacrime uniti dall’immenso dolore.

Marchese Giovanni Dragonetti Torres
Ancora palpitante indicibile commozione notizia perdita nostro carissimo valoroso inviole tutta mia anima profondamente addolorata.

La signora Nice Pasi:
Caro signor Enrico,
Molti, moltissimi sono gli amici che le vogliono bene e che la comprendono: lasci che tra questi amici io mi metta in prima linea per piangere con Lei il suo Figlio caro, angelico, adorato.
Povero Peppino! Quanto era buono e quanto si faceva amare!

La signora Anna Salucci Gloria
. . . . . . . . . . . alla scomparsa del suo caro Peppino mi è sembrato di veder toccati i miei figliuoli.
Piango amaramente con Lei e con i suoi, e non so dir loro un conforto che non esiste. Bisogna vivere, vivere oramai delle memorie di Lui che sono tante, belle, care, amorose! . . . .

La signora Luigia Massi e figli
Compresi dell’immenso dolore piangiamo insieme a Voi il caro, il buono, il valoroso Peppino! !

La Contessa Maria Orfini Morelli De Pazzi.
. . . . . . . . . non ho potuto far a meno di inviarle l’espressione di tutta la mia partecipazione al loro tanto giusto dolore, e dell’ammirazione per la gloriosa fine di quella giovane preziosa esistenza che tutti, creda, piangiamo di cuore.

Decorato con medaglia d’argento al valore militare colla seguente motivazione : Giannetti Giuseppe da Spoleto S. Tenente di Fanteria “Ferito continuava a combattere finché veniva nuovamente e mortalmente colpito presso le trincee nemiche …”

Zona di guerra, 8-10-1916.

Egregio Signor Giannetti,
Rivedo in effige, la simpatica ed eroica figura del suo adorato figlio, e il mio pensiero vola a quel giorno in cui Egli immolando la sua giovane esistenza additava la mèta ai suoi fanti, alcuni dei quali avevano i capelli brizzolati ma non il cuore gagliardo quantoil Suo !
Commosso La ringrazio e le stringo fortemente lamano.

Col di Lana 21 Aprile 1916
Colonnello
G.B. DE ANGELIS
Sig. ENRICO GIANNETTI
SPOLETO

IL MINISTRO DELLA GUERRA Roma, 6 Dicembre 1916
Egregio Signore,

Alle molte e belle attestazioni di compianto e di ammirazione che in morte di suo Figlio d’ogni parte le sono pervenute e che Ella con pietosa intenzione ha voluto raccogliere e pubblicare a maggior gloria del Suo Eroe, unisco l’espressione della mia sincera condoglianza e considerazione, e vivamente la ringrazio di avermi inviato una copia dell’opuscolo che ricorda l’immagine e le gesta del bravo e valoroso sottotenente Giannetti.
Con stima mi creda
dev.mo
MORRONE
Sig. ENRICO GIANNETTI
SPOLETO

MINISTERO DELLA GUERRA

IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO
Roma, 16 dicembre 1916.
Egregio Signore,

Con sincera commozione ho letto quanto Ella ha raccolto a memoria del valoroso suo Figliuolo, caduto sul Col di Lana, e ne ho conosciuto la effige: – dall’aspetto ancor di fanciullo il Suo Peppino aveva l’anima di un Eroe.
Nessuna epigrafe può del giovane ufficiale dire più degnamente di ciò che scrisse il Suo Colonnello : «Alla testa de’ suoi soldati, benché ferito continuò a combattere finché cadde da Prode ».
A Lei, alla famiglia desolata ma orgogliosa di un simile Figlio, la mia commossa ammirazione.
Il S. Segretario di Stato
V.ALFIERI

1917

CASA DI SUA MAESTÀ LA REGINA MADRE

Roma, 9 Febbraio 1917

Egregio Signore,
Ho rassegnato a Sua Maestà la Regina Madre l’opuscolo della S.V. Pubblicato in memoria del di lei Figlio Giuseppe Sottotenente di Fanteria gloriosamente caduto combattendo sul Col di Lana.
E l’Augusta Signora nel prendere conoscenza dell’opera generosa da Lui compiuta in pro della Patria con lo stesso sacrificio della sua promettente giovinezza, aveva parole di vivo compianto per la memoria di Lui e di esaltazione per la Sua eroica fine.
Nel farmi quindi interprete di questi sentimenti della Maestà Sua e delle espressioni di condoglianza che Sua Maestà voleva significate a lei ed alla desolata Madre, le porgo egregio Signore, gli atti della mia distinta osservanza. D’ordine
La dama di palazzo di S.M.
Contessa PES

Sig. ENRICO GIANNETTI
SPOLETO

Per la gloria di Peppino Giannetti
Spoleto, 21 Aprile 1917.

Fu il primo di questo triste Aprile che il simbolo del valore del mio adorato Figlio venne a me affidato.
Oggi si compie l’anno della mia grande sventura, l’anno della Sua tragica fine !
L’amico gentile – l’illustre avvocato comm. Fratellini – ricordando tali date che segnano gloria nel più crudo dolore, tributare onore alla memoria eroica del mio dolce Peppino e procurar conforto all’immane mio strazio.
Come meglio esprimere all’eletto concittadino la gratitudine mia?
Come perpetuare l’atto sublime?
Non altrimenti che pubblicando la preziosa Sua lettera.
ENRICO GIANNETTI
XXI APRILE

A ENRICO GIANNETTI

È una pagina di novella gloria che aggiunge bellezza al libro aureo delle sante memorie.
E quella pagina è scritta di purpureo; – è scritta col gentil sangue del Figlio tuo immolatosi, nella dolce età che schiude l’anima alla promessa della vita, per la felicità della patria.
Quando, in ogni anno, Aprile tornerà a colorire e a profumare la terra, alla piccola tomba, composta dalla pietà dei soldati, la città sua darà tutti i suoi fiori, in fede del più legittimo orgoglio. – Oggi, anniversario primo della immolazione eroica, dà tutte le sue lacrime in pegno del suo dolore.

E i fiori e le lacrime sulla piccola tomba, circonfusa da un nimbo di gloria, di lassù, dallo sconvolto Col di Lana sanguigno, grideranno nei secoli la maledizione di un popolo ai barbari violatori del sacro suolo d’Italia !

Io la cara immagine del tuo Peppino rividi, in passione d’amore accanto a te; – Egli sorrideva negli occhi ceruli, invitto nella sua anima d’eroe, in quell’ora di superbo spasimo, quando le tue labbra trepide posarono un bacio di desolato conforto sul simbolo che la Patria decretò al suo valore, e confidò alla tua devozione di padre.
Io ne riascoltai la voce in sua carezza soave; – Egli invocava tregua al tuo dolore e t’incorava ad allietarti di quella solenne consacrazione d’onore. “Non la mia vita spezzata – ti dicea – oggi disperde ogni tua fortuna, perché la fiamma di virtù patria che m’arse fino al palpito estremo, ha irradiato la nostra casa di una luce immortale ! “.

Sull’urna di Giuseppe Giannetti non il cipresso mestissimo, ma prosperoso crescerà l’alloro. In quella, con le spoglie del giovinetto eroe, resterà perennemente racchiusa una particella del cuore dei memori dei forti d’ogni età che sapranno trionfatrici dal sacrifizio la libertà e la giustizia nel mondo !

SALVATORE FRATELLINI.
1918
21 APRILE 1918

Sulle balze insanguinate del fatale Col di Lana
– oggi sono due anni – cadde per la Patria il mio
diletto Peppino:
O miei concittadini, o miei amici carissimi –
rammentatevi !

ENRICO GIANNETTI

« . . . valga di conforto al
padre generoso il sapere che la
riconoscenza in questa e nel-
l’ore venture è un dovere per
gli Italiani tutti.»

Generale ALFIERI
Ministro della Guerra

21 APRILE 1918.

Per commemorare il II° anniversario della glo-
riosa morte di
Giuseppe Giannetti di Spoleto
Sotto Tenente nel 60° Reggimento Fanteria

« . . . il mio pensiero vola a quel giorno in cui
Egli immolando la sua giovane esistenza additava
la mèta ai suoi fanti alcuni dei quali avevano i ca-
pelli brizzolati ma non il cuore gagliardo quanto
il Suo !»

Colonnello DE ANGELIS
Coman.te il 60° Regg.to Fanteria
« . . . dall’aspetto ancor di fanciullo aveva
l’anima d’un Eroe !»

Generale ALFIERI
Ministro della Guerra

È morto per noi !
« . . . nonostante una prima ferita ad un pol-
paccio Lo mettesse in condizioni difficili a proseguire
proseguì invece dando nobilissimo esempio di abne-
gazione ; finché poco dopo colpito alla testa – cadde
per non più rialzarsi – Gloria ed onore a Lui !»

Colonnello DE ANGELIS
Nella Chiesa Cattedrale
Sabato 21 Aprile alle ore 10,30
Messa di Requiem
per l’anniversario della gloriosa morte
del S. Tenente Giuseppe Giannetti

La desolata famiglia serberà viva gratitudine alle gentili
persone che vorranno pietosamente intervenire alla mesta
cerimonia.

Spoleto, 18 Aprile 1917

PER UN EROE

. . . . immolando la Sua
Giovane esistenza, additava
la mèta ai suoi fanti, alcuni
dei quali avevano i capelli
brizzolati ma non il cuore
gagliardo quanto il Suo !

Era il mio tesoro – il figlio mio – Figlio della
nostra Italia – della nostra grande Patria per la
quale ha combattuto – per la quale è morto !

Per il 21 Aprile 1917
anniversario
della eroica morte del
Ragioniere
Giuseppe Giannetti
questo ricordo
a maggiore Sua gloria

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