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Tutte le curiosità e le vicende racchiuse in questi articoli
1
Lug

Il vestiario dei prigionieri austriaci

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Kaiserjager: Dallago Angelo con i figli Sebastiano e Paolo.

A Roma, presso l’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito,  è conservato un rapporto del tenente colonnello Cervelli sul vestiario dei prigionieri austriaci. Si tratta di un documento interessante che trascriviamo nella sua totalità:

GIUBBA DA UFFICIALE (1)

Il campione è rappresentato da una metà di giubba, il di cui tessuto di color grigio verdognolo, si presenta spinato in modo appariscente sopra una faccia, mentre ciò è meno manifesto dall’altra in seguito ad una leggera garzatura subita.

La giubba si chiude mediante sei occhielli; l’unico bottone che essa reca, che è quello posto sulla spallina, è di alluminio. Una delle due tasche è dello stesso tessuto della giubba, l’altra (inferiore) è di tela di cotone, e reca ancora evidenti traccie di sostanze grasse contenute. Lo stato di conservazione generale è abbastanza mediocre, se si considera trattarsi di indumento da ufficiale.

I filati che costiuiscono il tessuto, sono in un senso (catena) ritorti a due capi e pettinati, mentre nell’altro senso il filato è semplice e cordato.

Trattasi quindi di un mezzo pettinato.

Per entrambi i filati la lana che li costituisce si presenta di buona qualità.

L’armatura è da considerarsi come un diagonale derivato dalla saia da 8 mediante raddoppiamento del rapporto in trama aggiunta poi di opportuni punti di legatura (5 in tutto) fra i quali tre vengono a stabilire il contatto fra i punti fondamentali della saia, e due sono separati. (Vedasi in fine della relazione).

Peso per mq. Gr. 506

Riduzione per cm.  In un senso     32=33

“      “    “    nell’altro  33=34

Ceneri %  8,72

Le ceneri contengono forti quantità di cromo.

 

Tintura

La ricerca dei coloranti eseguita secondo il metodo di Green stabilì dapprima l’assenza di indaco e di sostanze coloranti vegetali.

Risultò invece che il tessuto è tinto con colori del catrame su mordenti di cromo. Il colorante azzurro è del gruppo dei coloranti di antracene, mentre quello giallo, che naturalmente, anch’esso è un colorante acido e mordente, appartiene al gruppo azoico dei gialli solidi.

Una piccola quantità di sostanza colorante bruna non si è potuta identificare data appunto la sua minima proporzione.

 

GIUBBA DI PANNO PER TRUPPA (2)

Il campione è rappresentato da una mezza giubba di color grigio verde brunastro, in discreto stato di conservazione.

Il campione, porta al bavero, una mostrina di panno violetto.

Ha 9 bottoni di alluminio, dei quali uno sulla spallina, (verniciato di verde); 6 di essi servono per la chiusura, e due sono posti all’estremità della manica per diminuirne eventualmente l’apertura.

Le tasche sono due, delle quali la superiore è dello stesso tessuto della giubba, e l’inferiore di tela di cotone.

La giubba è sfoderata, e porta solamente una striscia di tela di cotone di rinforzo sulla linea dei bottoni, sopra questa striscia di tela è un bollo rettangolare ad inchiostro grasso, ed un nome scritto a mano con lapis “Bélasi Janos”.

I filati che costituiscono il tessuto sono in entrambi i sensi semplici, e sono costituiti da fibre di lana in parte bianca, in parte colorata, ruvida, grossolana, talora con presenza di isole midollari, mista con cotone e rilevante quantità di lana meccanica.

Il cotone che ammonta all’8% si trova egualmente distribuito sia nella catena che nella trama.

La quantità di lana meccanica si deve ritenere non inferiore al 50%.

Il tessuto non è in alcun modo impermeabilizzato, ed alle prove della borsa lascia passare l’acqua dopo pochissimi minuti.

L’armatura è da considerarsi come un derivato del “satin à la reine” mediante aggiunta di due punti di legatura a contatto fra loro e rispettivamente di ciascun punto di legatura dell’armatura fondamentale. (Vedasi in fine della relazione.)

Riduzione per cm  in un senso    16=17

“          “    “        nell’altro  16=17

Peso per mq. Grammi 515

Ceneri % 4,75

Le ceneri di color giallo verdastro contengono specialmente cromo, quindi ferro ed alluminio.

 

Tintura

Come si è detto, il tessuto risulta formato da una mista di fibre bianche, e colorate.

Quest’ultime, nelle proporzioni di circa il 60%, sono massimamente di colore azzurro e giallo verdastro; alcune altre si presentano brunastre o variamente colorate.

Le ricerche istituite hanno potuto escludere la presenza di coloranti vegetali capaci di dare su lana e coi mordenti rinvenuti colorazioni azzurro o gialle, con special riguardo all’indaco, al campeggio, al quercitrone, al fustetto.

Si è escluso anche la presenza di catecù che su mordente di cromo dà una colorazione bruna.

La tintura del panno è stata quindi compiuta con colori derivanti dal catrame. Seguendo le norme analitiche del Green si è potuto stabilire che il colorante azzurro, appartiene al gruppo dell’Antrachinone (avido acetico, ammoniaca, idrosolfito), e probabilmente azzurro di antrachinone.

Il colorante giallo appartiene al gruppo azoico dei coloranti gialli su lana e probabilmente trattasi di un giallo solido al cromo.

Il colorante bruno non si è potuto bene identificare, ma dal complesso dei suoi caratteri e dato il sistema di tintura seguito sul panno in esame, si può ritenere trattarsi di un bruno del tipo del bruno palatino al cromo (azocolori).

Se facciamo un confronto fra questo tipo di panno, che oggigiorno è il più importante per il corredo delle truppe, e quello che viene provveduto, sino ad ora, all’Esercito italiano, non v’è alcun dubbio che il nostro panno sia da considerarsi migliore, sia per il complesso della lavorazione che per la qualità della materia prima impiegata.

 

GIUBBA DI TELA PER TRUPPA (3)

Il campione è rappresentato da una mezza giubba di color grigio=ferro=verdastro, stinto nelle parti esterne sia per l’uso che per ripetuti lavaggi, per cui il campione per il suo aspetto e per il suo stato di conservazione, lascia alquanto a desiderare.

La chiusura della giubba si compie mediante 6 occhielli. I quattro bottoni che sono sul campione e cioè uno nella parte interna del bavero, uno sulla spallina e due nella parte inferiore della manica (che servono a stringerla più o meno), sono di alluminio.

Le tasche sono due (nella mezza giubba). La superiore è costituita, anche nella parte interna, dallo stesso tessuto della giubba.

Questo tessuto che si presenta ad aspetto piano, è costituito da filati che: in un senso si susseguono nell’ordine di un azzurro=nero e di un verde, ambedue formati da fili semplici di lino di qualità scadente, probabilmente di stoppa. Nell’altro senso si susseguono nell’ordine di due verdi e di due azzurro=verdastri, costituiti anch’essi da filati semplici di lino di qualità scadente.

I fili azzurro verdastri risulatno formati di una mista di fibre verdi ed azzurre.

L’armatura è un panama regolare o nattè da 4 (vedasi in fine della relazione).

Riduzione per cm in un senso 35=36

“          “     “   nell’altro 37=38

Peso per mq  gr 362

Ceneri % gr  3,21

Le ceneri, oltre i costituenti normali risultanti dall’impiego di profotti chimici che necessitano nella tintura con colori allo zolfo, (carbonati, cloruri, solfuri alcalini) processo di tintura adoperato, come si dirà, per tingere il tessuto, contengono rimarchevoli quantità di cromo.

La tintura, sia per la parte verde che per quella azzurra=nerastra risultò ottenuta mediante coloranti allo zolfo.

Questi colori hanno nomi diversi a seconda della fabbrica che li prepara e li mette in commercio. Così vengono chiamati “Kriogeni” dalla Badische Anilin und soda Fabrik di Lundwighafen a/R; “Immedial” dalla L. Casella di Frankfurt a/M e “Thion” dalla Kalle di Biebrik a/R.

Questi tipi di tinura per cotone, una volta subito il trattamento con Sali di cromo, risultano tra i più resistenti alla lavatura sia con liquidi alcalini che acidi, ed in generale alla luce e agli altri agenti; risentono soltanto dell’azione del cloro.

Hanno il vantaggio di una facile preparazione unita, contemporaneamente, ad una grande semplicità del processo di tintura, la quale richiede anche un minimo di dispendio di combustibile, poiché di regola si usa il bagno a circa 50 C. o se al massimo questo viene portato all’ebullizione, si lascia subito raffreddare, e ciò è sufficiente per la tintura del tessuto.

Il cromaggio viene fatto di solito a freddo od a leggero calore.

Per quanto riguarda l’industria italiana, nei rapporti dei colori allo zolfo, si può fare notare come il punto di partenza nella creazione di questo tipo di colore è rappresentato dai coloranti tipo “Laval” (nero=verde bruno), i quali vennero preparati fra i primi dalla Ditta Lepetit, Dolfuss ecc. di Milano.

La preparazione dei coloranti “Laval” fu abbandonata quando le ditte tedesche misero sul mercato gli odierni coloranti allo zolfo, i quali per essere, a differenza di colori Laval, dei composti chimici ben definiti, presentavano una gran facilità di tintura e contemporaneamente una pienezza di tinta in tutta la gamma.

Durante l’attuale guerra si sono rimessi in commercio i colori di tipo “Laval” modificati e perfezionati, dimodochè attualmente a Milano si prepara qualche tipo di coloranti allo zolfo.

Attualmente il nostro Esercito non possiede capi di vestiario di lino, corrispondenti a quello esaminato. Questi tipi di vestiario, che esistevano però anche nel nostro Esercito, sono stati già da qualche anno sostituiti con altri, fabbricati con cotone, i quali mentre rispondono egregiamente al loro scopo, offrono all’Amministrazione Militari speciali vantaggi riguardanti le condizioni industriali ed economiche del Paese.

 

PANTALONE DI TELA PER TRUPPA (4)

Pantalone di tela ad aspetto spinato di un colore che orginalmente era a fondo nero con punti bianchi in modo da formare un insieme grigio=ferro=scuro. Il campione è ora stinto sensibilmente ed in stato di conservazione mediocre.

Il pantalone porta una tasca, con apertura verticale, formata dallo stesso tessuto del pantalone.

I 6 bottoni che sono sul campione sono tutti di alluminio e simili a quelli della giubba.

I filati che costituiscono il tessuto sono in un senso: un ritorto a due capi dei quali uno nero e l’altro bianco; nell’altro senso: filo semplice di color nero.

La materia prima è costituita da lino, il quale si presenta di migliore qualità nel filato semplice che non nel ritorto, nel quale ultimo evidentemente si è impiegata stoppa di qualità mediocre.

L’armatura è una saia da 4 . (Vedasi in fine della relazione).

Riduzione per cm. in un senso 15=16

“         “    “   nell’altro  16=17

Peso per mq    gr  410

Ceneri  gr 5,130

Le ceneri sono costituite essenzialmente da cromo.

Per quanto riguarda la tintura, i filati bianchi sono ottenuti mediante processo d’imbianchimento.

I fili neri, alla loro volta, risultano tinti con colori neri allo zolfo, e fissati successivamente con Sali di cromo.

Anche per questo tipo di vestiario di lino, valgono le considerazioni esposte precedentemente nel caso della giubba di lino per truppa.

 

COPERTA (5)

La coperta, (della quale il campione è soltanto un pezzo di metri 1,75 x 1,27), si presenta molto ruvida al tatto, ed appena stropicciata fra le dita lascia cadere abbondanti frammenti di fibre che si spezzano facilmente. Essa emana ancora odore di oleina ed appare quasi nuova.

Il colore è grigio, ma rappresenta numerose piccole macchie di svariate tinte, dal rosso all’azzurro, al giallo, ecc.

Il filato che la compone in un senso è semplice, e costituito da fibre bianche=grigiastre di lana grossolana e scadente, con i caratteri di lana concia, le quali sostengono altre fibre variabilmente colorate e talora dei pezzetti di filato anch’essi variamente colorati, provenienti evidentemente da stracci di lana rigenerati.

Nell’altro senso il filato è ancora semplice e di costituzione simile.

Trattando qualche grammo di campione con potassa caustica al 10% a caldo, si ebbe un piccolo residuo di fibre di cotone, da attribuirsi agli stracci di lana che rigenerati hanno concorso a formare la mista della coperta.

L’armatura è una batavia da 4. (vedasi in fine della relazione n. 5).

Riduzione per cm.  in un senso 7=8

“          “    “      nell’altro   6=7

Peso per mq   gr. 970

Carico di rottura per una striscia di 10 cm in un senso  kg. 94

Carico di rottura per una striscia di 10 cm nell’altro senso  kg 76

Spessore mm.  2,6

Ceneri % gr.  6,517

 

Per ciò che riguarda la tinta si ritiene che questa provenga dalla natura della mista impiegata in filatura, sia per la trama che per lo ordito.

Si esclude quindi un processo vero di tintura successivo alla tessitura, ed anche una qualsiasi rimonta sulla coperta finita.

Questo concetto rimane convalidato sia dal grande numero di fibre bianche nella coperta, sia dall’odore ancora sensibilissimo di oleina impiegato come lubrificante, che sarebbe stata evidentemente asportata nei lavaggi e nei trattamenti di tintura o di rimonta.

Il campione esaminato rappresenta una coperta, per uso militare, di qualità discreta. Non è possibile però, basandosi solamente sopra questo campione istituire un confronto con quelle possedute dal nostro esercito, dato altresì che diversi sono i tipi di coperta che vengono adottati per i diversi usi.

 

TENDA (6)

Il campione è rappresentato da un pezzo di tenda, costituita dall’unione di due parti a forma di triangolo equilatero del lato di m. 1,80. Esso evidentemente, forma una delle parti superiori di una tenda completa.

L’estremità superiore presenta un foro di forma ovale, della lunghezza di cm. 3 e del diametro di cm. 1 per il passaggio della funicella che serve a fissare e sostenere la tenda stessa. Detto foro è circondato da ambo le superfici della tenda sia da una lastrina metallica, che da un circolo di pelle.

Il lato inferiore di ciascun telo triangolare reca poi complessivamente n. 13 occhielli (dei quali 8 oblunghi ed orlati con filo e 5 rotondi del diametro di 1 cm. circondati da una lastrina metallica e rafforzati con doppio strato di tela e n. 10 piccoli cilindretti di legno dolce, opposti due a due della lunghezza di cm. 3 e del diametro di 1 cm., fissati alla tenda mediante la cucitura di un piccolo anello metallico che i cilindretti stessi recano nella loro parte mediana.

Il campione che ha un colore Kaki tendente al bruno, èp in buono stato di conservazione.

Il tessuto che lo compone, ha un aspetto piano e uniforme, ed è costituito in catena da un filato di cotone di buona qualità, ritorto a due capi, ed in trama da un filato di cotone di buona qualità, semplice.

Questo tessuto non è impermeabilizzato, anzi non offre alcun serio ostacolo al passaggio dell’acqua, come è risultato al comune saggio alla borsa.

L’armatura del tessuto è a tela. (vedasi in fine della relazione n. 6).

Riduzione per cm. quadrato   in un senso  36

“         “    “        “         nell’altro  36

Peso per mq. gr.   210

Ceneri %  gr. 2,536

Le ceneri oltre i costituenti normali derivati dall’impiego di Sali alcalini per la tintura del tessuto, contengono principalmente cromo e ferro.

Per quanto riguarda la tintura essa è risultata ottenuta con un colore allo zolfo.

Il tessuto che compone la tenda esaminata non possiede certamente le qualità adatte per tale uso. Ciò si rende ancor più  manifesto se facciamo un confronto tra detto campione e le tende possedute dal nostro Esercito, le quali sono, senza alcun dubbio, da considerarsi come migliori sia per lavorazione e resistenza del tessuto, sia per la loro impermeabilità.

 

CALZATURA TIPO MILITARE

1° campione (scarpa sinistra) (7)

Il campione è rappresentato da una scarpa, tinta di nero, di tipo militare (similare da montagna) con soffietto a mantice, molto logorato dall’uso, tanto che il tacco verso la parte esterna è completamente scomparso, venendo addirittura la suola a contatto con il terreno, malgrado che la calzatura porti una chiodatura con chiodi a rampone uso alpino.

La calzatura si chiude mediante sette coppie di occhielli circolari protetti da anelli di ferro.

Ad un esame generale la calzatura appare confezionata con materiale buono e con lavorazione ordinaria a mano molto robusta.

Peso della scarpa:   gr. 830

Numero:   29

I quartieri che presentano uno spessore di mm. 2,5 sono di vacchetta di buona qualità e di buon taglio a superfice levigata, di grana fine e ben conciata.

Il tomaio che per l’apparenza esterna doveva essere della stessa natura dei quartieri, appare invece molto deteriorato per la azione del sudore, come si nota specialmente verso la superficie interna di esso, che si screpola e fende con tutta facilità se viene piegato; spessore mm. 2,5.

Il soffietto è buono ben ricco di cuoio morbido, dello spessore di mm. 1,2.

Anche i contrafforti sia interni che esterni sono di buon materiale, tagliati e messi a regola d’arte.

Spessore del contrafforte esterno  mm. 2,3

“          “        “            interno  mm. 2,5 = 3,2.

La suola molto logorata per l’uso, si da essere del tutto consunta e forata nella sua parte media e centrale, è intera, di buona qualità,  e ben conciata. Spessore mm. 6,5.

La sottosuola è anch’essa intera, cioè comprende tutto il tacco, è di buon materiale con lo spessore di mm. 5.

Il fiosso è di cuoio e bene applicato.

Infine, come nell’altro campione di calzature, esistono due solette intere di cuoio molto resistente sebbene profondamente deteriorate dal sudore.

Spessore della soletta interna (sottopiede)  mm. 3,2

“           “        “     esterna  mm. 4,2

La trapunta di un sol pezzo ha una larghezza di mm. 20,25 ed uno spessore di mm. 2,3.

Il tacco è costituito da due soli fogli interi tutto cuoio, dello spessore l’uno di mm. 5, l’altro di mm. 8, e di uno sbordo. A formare lo spessore del tacco concorre come si è detto la sottosuola.

La lavorazione della scarpa, ottenuta principalmente con una triplice inzeppatura, è buonissima sotto tutti i rapporti, e notevole specialmente per la sua robustezza.

La sottosuola porta inoltre una cucitura a mano con filo di canapa. Pure tutte le altre cuciture della scarpa son a mano, con filati di canapa.

Il giudizio complessivo è che trattasi di una buona calzatura di tipo militare, e cioè fatta con materiale buono e con lavorazione ordinaria, ma forte ed accurata.

 

2° campione (scarpa destra)

Il campione è costituito da una scarpa tinta di nero di tipo militare (similare da montagna) con soffietto a mantice, molto logorati dall’uso, tanto che la parte anteriore della suola venne riparata per circa un terzo della sua superficie, anche la chiodatura èp scomparsa, solamente il tacco è ancora ferrato con una lastrina di ferro a forma di ferro di cavallo.

La calzatura si chiuse mediante sei coppie di occhielli circolari protetti da anelli di ferro.

Ad un esame complessivo la scarpa appare formata con materiale buono; le parti in tomaia sono di cuoio ben levigato, di grana fine e morbida.

Peso totale della scarpa   gr. 735

Numero della calzatura 29

I quartieri sono di vacchetta di buona qualità e di primo taglio, il cuoio appare ancora in buone condizioni di resistenza, la sua sezione ha aspetto uniforme e compatto, con i caratteri di una buona concia al tannino. Spessore mm. 2,2.

Anche il tomaio è di vacchetta e di buon taglio come i quartieri.

Il suo spessore è di mm. 3,1.

Il soffietto a mantice è di buon cuoio morbido sebbene attualmente deteriorato per l’azione del sudore. (mm. 1).

I contrafforti sia interni che esterni sono di buon materiale, tagliati bene e ben messi.

Spessore del contrafforte esterno    mm. 1,5

“         “         “           interno  mm. 2,5=3.

La suola molto logorata per l’uso della calzatura, è di buona qualità ben conciata; spessore mm. 6.

Manca la sottosuola, di cui alla precedente, ma la scarpa è fornita di due solette intere e di tutto cuoio. Queste solette e specialmente quella che rappresenta il sottopiede, non offrono più alcuna resistenza, ma si spezzano facilmente se piegate, tanto sono deteriorate per effetto del sudore.

Spessore della soletta interna (sottopiede)   mm. 3

“        “        “      esterna mm. 3,2

Tra la suola e le due solette accennate, la riempitura è costituita da tre pezzi di cuoio ben tagliati e ben messi, dello stesso spessore di mm. 1,8; il fiosso è anch’esso di tutto cuoio ed è formato di due pezzi regoalri.

La trapunta di un sol pezzo presenta una larghezza di mm. 25 ed uno spessore verso l’esterno di mm. 5.

Il tacco, che come si è detto è chiodato completamente da un ferro di cavallo(larghezza mm. 10 = spessore mm. 3,5) è costituito da uno sbordo e da n. 6 fogli interi di cuoio di buona concia di spessore uniforme ma piuttosto sottile (circa mm. 3) ed è tenuto insieme con chiodi metallici.

Circa la confezione della scarpa si nota che essa originariamente non aveva, nella parte in suola, alcuna cucitura, ma era stata confezionata con triplice inzeppatura con zeppe di legno poste ad una distanza media di mm. 4.

Le cuciture con spago che appaiono nella suola, sono da attribuirsi a successive riparazioni. Le altre cuciture della scarpa sono tutte a mano e con filo di canapa.

Il giudizio complessivo è che trattasi di una buona calzatura per uso militare confezionata con materiale e lavorazione buoni.

Come si è fatto rilevare, i due campioni esaminati, rappresentano delle buone calzature, per uso militare.

Il loro tipo di lavorazione è diverso da quello usato per le calzature dell’Esercito italiano. (Questo tipo di lavorazione, cioè con totali inzeppature, viene da noi talora adottato per la confezione di scarpe da caccia, ma presenta l’inconveniente che la scarpa così confezionata non può essere conservata molto tempo nei magazzini senza deteriorarsi), ma da un confronto generale riguardante sia la materia prima che la confezione, si può dedurre che le nostre calzature non sono di qualità inferiore a quelle esaminate.

Ciò che invece si può rilevare è lo stato di profondo, anzi eccessivo logoramento presentato dai campioni, il che starebbe ad indicare che, almeno per i reparti dai quali questi campioni provengono, i rifornimenti di scarpe non erano certo abbondanti.

 

Roma, febbraio 1918

Firmato Gentilucci

Firmato Bosco

 

(Trascrizione a cura di Rita Chiaverini)

 

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